Lunedì 2 settembre, il Tempo: Storia di Marta Sgubin, bambinaia dei Kennedy e degli Onassis
Lunedì 2 settembre, il Gazzettino: Impianti artigianali Ce ne sono già nove
Mercoledì 4 settembre, il Piccolo: Ritrovata a Seveglianol'auto rubata a un'impiegata
Venerdì 6 settembre, il Piccolo: Scienziati in missione alla Cona
Sabato 7 settembre, il Messaggero: Pro senza patemi
Sabato 7 settembre, il Messaggero: 'Non è solo cultura di provenienza veneta'
Lunedì 9 settembre, il Messaggero: Pattinaggio, si copre la pista
Venerdì 13 settembre, il Piccolo: Quell'Olocausto dimenticato: mostra itinerante
Mercoledì 18 settembre, il Piccolo: Presto l'appalto per coprire la pista di pattinaggio
Giovedì 19 settembre, il Piccolo: Tre Comuni entrano nel mercato del gas
Giovedì 19 settembre, il Piccolo: Mini-ciclista travolto da una vettura: è grave a Cattinara
Giovedì 19 settembre, il Messaggero: In bici contro un'auto, grave un 11enne
Giovedì 19 settembre, il Gazzettino: FiumicelloUn ragazzino di 11 ...



Storia di Marta Sgubin, bambinaia dei Kennedy e degli Onassis
di OSCAR OREFICIA POCHISSIMI viene riservato un ruolo da protagonista sul palcoscenico della vita, ad alcuni la possibilità di assistervi dalla prima fila della platea. Marta Sgubin è una di questi ultimi. Partita dalla campagna friulana, è stata testimone delle vicende più intime di due fra le più importanti dinastie di potere e di denaro del ventesimo secolo, quelle dei Kennedy e degli Onassis. Stirpi che già avevano assaggiato, ciascuna per suo conto, splendori e tragedie prima d'intrecciarsi in un matrimonio che ha fatto epoca e scandalizzò i benpensanti, con l'unione di Jackie, la vedova d'America, e di Aristotile, il tycoon greco. La storia di Marta Sgubin comincia agli albori degli anni Cinquanta, a Fiumicello, provincia di Udine, con l'ambizione di una adolescente che sogna Cinecittà. Nel suo paese di 400 anime, però, l'unica ribalta consentito si allestiva solo il giorno di San Valentino con tanto di messa cantata e la festa in chiesa. Troppo poco per colei che teneva la valigia pronta sotto il letto. Ricorda Marta: "A Roma ci vanno unicamente le ragazze perdute, mi ammoniva mia madre. Un'estate, mia sorella, che era la segretaria dell'armatore Scala, mi portò con sé a Venezia, dove, durante le vacanze, mi sarei dovuta occupare dei bambini del padrone. Lì conobbi la moglie del console francese in Italia, che era incinta. Mi propose di seguirla e di prendermi cura della bambina che stava per nascere: Sybille. Così feci, con enorme soddisfazione di tutti. Da mio fratello maggiore, felice di essersi liberato di me e della mia presunta vocazione di attrice, al console, che aveva trovato per la figlia una brava e robusta campagnola, a me, che potevo finalmente viaggiare". Trascorsi sedici anni, Marta Sgubin vive al consolato di Washington e continua a coltivare la sua passione per la recitazione allestendo spettacoli teatrali, con un gruppo amatoriale, per la comunità francese della capitale. Un giorno, del tutto casualmente incrocia la strada di Janet Lee, ex signora Bouvier, risposata Auchinloss, ma, soprattutto, madre di Jacqueline, giovane vedova del presidente Kennedy, con due bambini da crescere, Caroline e John John, per i quali, ritiene, la tata friulana sarebbe stata perfetta. "Mi trovavo in Svizzera per le vacanze di Sybille - prosegue Marta - e vi ricevetti una lettera di Jacqueline Kennedy che mi formalizzava una proposta di assunzione. Io ero titubante, Sybille era ormai cresciuta, ma ritenevo di fare parte della sua famiglia. Il console e sua moglie mi dissero: c'è gente che pagherebbe per andarci e tu che saresti pagata vuoi rifiutare? Nel frattempo Madame si era sposata con Miste Onassis e, così, decidemmo di temporeggiare fino a primavera, quando loro sarebbero venuti a Parigi ed io mi sarei trovata là. Mi convocò il signor Onassis per un colloquio: lui, io e basta, per un paio d'ore. Mi parlò in francese. Fu molto simpatico e concluse proponendomi: vai con i bambini, se non funziona ti prendo io sul Cristina come hostess per ricevere gli ospiti, organizzare le feste e i pranzi. Mi piaci e un lavoro l'avrai comunque". Era il 1968 e Jacqueline Kennedy, ormai divenuta Onassis, si era trasferita a New York nell'attico di 18 stanze sulla Quinta Strada, a due passi dall'Empire State Building. "Partii in settembre da Barcellona - racconta la Sgubin - ma la destinazione fu Hammersmith Farm, la casa della nonna Janet a Newport, dove si trovavano i bambini. Era domenica e dissi a Pachita, la cameriera del console, di non cambiare le lenzuola del mio letto perché tanto sarei tornata. Sono passati 31 anni e sono ancora qui!". Marta Sgubin adesso vive in un bell'appartamento in Park Avenue, quasi di fronte alla casa di Caroline, l'unica sopravvissuta della "sua" famiglia Kennedy, e lontanissima da Athina Russell, l'ultima degli Onassis, in mezzo a ricordi che alternano ritratti in bianco e nero ad altri a colori che farebbero la felicità delle redazioni delle più diffuse riviste del mondo. "Madame - rivela Marta - aveva fatto un patto con me. Ai bambini avrei dovuto parlare soltanto in francese. John non capiva e non voleva capire. Un giorno, però, scoprì che io sapevo l'inglese. Da quel momento mi disse: forget it!, scordatelo, e fu la fine del francese. Era furbo, un'adorabile peste, ma era capace di farsi perdonare, sempre. Mi occupavo dei bambini, che intanto crescevano, in tutto e per tutto. Madame era spesso in viaggio e Mister Onassis alternava soggiorni di un mese a New York a lunghi periodi di assenza". La famiglia si ricomponeva per le vacanze, spesso a Villa Crystal a St. Moritz o sull'isola di Skorpios, dove un avventuroso paparazzo riuscì a fotografare Jackie che prendeva tintarella integrale. "Avevamo a disposizione - prosegue - aerei privati, elicotteri, barche, case favolose ed io, a volte, mi domandavo: ma si può davvero vivere così? Un giorno siamo arrivati ad Atene John, suo cugino Anthony Radziwill ed io. All'aeroporto ci aspettava con un elicottero Alexander, il figlio di Mister Onassis, che sarebbe morto due anni dopo. Si volevano bene Alexander ed i miei ragazzi. John rimase molto scosso dalla sua scomparsa. Era la prima volta che riviveva una tragedia dopo quella di suo padre, anche se del presidente Kennedy l'unica cosa che ricordava veramente era quando lo faceva giocare sollevandolo per aria". In quanto figli minorenni di un ex presidente degli Stati Uniti, sia John, sia Caroline, per decreto governativo erano obbligati ad avere una guardia del corpo fino al compimento dei 18 anni. "Quello - continua - era l'unico eccesso che stonava con lo stile di vita di Madame. Lei amava la normalità, voleva che i suoi figli fossero semplici, senza la testa piena di super ego e di arroganza, come lo era quella di alcuni clan Onassis. La governante dei figli di Stavros Niarchos mi riferì, ad esempio, che il ragazzino più grande, un quattordicenne, sulla loro isola sparava alle capre per divertimento. Io, al contrario, per divertimento insegnavo teatro a John e Caroline... Sono io che ho contagiato John con il mio amore per il teatro. Alle nostre esibizioni, oltre a Madame e Mister Onassis, assisteva buona parte del personale: i 53 uomini di equipaggio del Cristina più quelli che lavorano a Skorpios. Una bella platea... una bella vita... speciale. Con loro ho viaggiato in tutto il mondo: Messico, Porto Rico, Egitto, Sardegna, Monaco e da ogni parte c'era sempre il Cristina o un aereo che aspettavano. Sono stata in crociera con Winston Churchill e con Audrey Hepburn quando era sposata con il medico italiano, Andrea Dotti. Non sembrava lavoro". Dal 1975, alla morte di Aristotile Onassis, le vie di Jacqueline e di Cristina, sopravvissuta al fratello Alexander, alla madre Tina Livanos e al padre, se separarono per sempre. Jackie venne riaccolta dall'America come si usa con un figliol prodigo e lei ritornò alle vecchie abitudini, le stesse che ha ricordato John nel giorno del suo funerale: l'amore per la scrittura, la dedizione alla famiglia e lo spirito di avventura. Intanto, Marta Sgubin si trasforma da bambinaia di John e Carolina in governante di Jacqueline, assistendo alla nascita di un nuovo sentimento per Maurice Tempelsman, l'uomo d'affari che l'ha accompagnata fino agli ultimi anni di vita, quando è stata stroncata dalla malattia alle ghiandole linfatiche. "Era Madame che faceva coraggio a me", ricorda quasi commossa la fedele Marta. Nel 1994, all'apertura del testamento, la Sgubin ricevette 125.000 dollari da "Madame" e pure alla morte di John, avvenuta cinque anni più tardi, Marta figura fra gli eredi come destinataria di un vitalizio mensile: if she will survive me, se mi sopravviverà, c'era scritto nel documento. "Non avrei mai immaginato che John mi nominasse nella sua eredità. Aveva appena 30 anni". Ora, quasi ogni giorno, Marta Sgubin, partita dalla provincia di Udine, attraversa Park Avenue, nel cuore di Manatthan, per entrare al numero 888, dove vivono Tatiana, Rose e il piccolo John, i figli di Caroline, "per fargli capire cosa rappresenta la loro famiglia e parlargli di nonna Jackie", oltre a raccontare la storia di un affabulatore greco davvero speciale che un tempo, a Parigi, tanti anni fa,l'affascinò talmente da consentirle di vivere una esistenza che non le apparteneva. "Mister Onassis - conclude Marta - amava ripetere spesso: se le donne non esistessero, tutto il denaro del mondo non avrebbe alcun significato".


Impianti artigianali Ce ne sono già nove
Il Friuli Venezia Giulia, spiega Stefano Buiatti, è stato un po' un precursore in Italia per quanto riguarda le "microbirrerie": "Del resto - ricorda Buiatti - in Friuli esiste una tradizione radicata, si pensi alla Moretti, alla Dormisch". In regione sono attive nove realtà produttive artigianali: il "Birrificio udinese" di Udine; la "Sauris Agri beer", di Sauris; "Al buon arrivo" di Resiutta; "Bef & D Brew Pub" di Aviano; "Bef & D Brew Pub" di Fiumicello ; "Birrificio Città vecchia- Trieste" di Sgonico; "Hop store" di Usago di Travesio; "Mastro birraio" di San Giovanni al Natisone; e St. Johannes Brau di Casarsa della Delizia.


Usata per una rapina Ritrovata a Sevegliano l'auto rubata a un'impiegata
È stata ritrovata in ottimo stato lunedì mattina in una via del centro cittadino di Sevegliano, la Fiat Uno bianca, sottratta quindici giorni prima a Elisabetta Cabas, di Romans d'Isonzo, con la quale venerdì 23 agosto due malviventi, armati di taglierino, hanno compiuto una rapina ai danni della filiale di Strassoldo della Banca di credito cooperativo di Aiello e Fiumicello. La Fiat Uno era stata rubata alla Cabas nella mattinata di lunedì 19 agosto davanti alla sede Inail di Cervignano, dove la giovane lavora come impiegata. Del furto si era accorta poco dopo le 14, nel momento in cui aveva concluso il proprio turno di lavoro e si apprestava a fare ritorno a casa, ma giunta sul posto dove aveva parcheggiato il proprio mezzo ha avuto la sgradita sorpresa di non trovarlo più lì. Da quanto si è saputo e dalle testimonianze raccolte, pare che l'autovettura sia stato abbandonata a Sevegliano subito dopo la rapina.


Domani pomeriggio un gruppo di studiosi di mezzo mondo farà esperimenti nella riserva naturale Scienziati in missione alla Cona E il 28 settembre sarà inaugurato il modernissimo Centro visite

L'Isola della Cona è diventata terra di conquista per scienziati e studiosi di mezzo mondo. Biologi naturalisti e paleontologi canadesi, statunitensi, italiani, austriaci, iraniani, francesi ed egiziani, che partecipano al terzo congresso internazionale di microbiologia e meiobentologia ambientale a Vienna, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biologiche dell'Università di Trieste, hanno scelto le oasi naturali del Friuli - Venezia Giulia per le ricerche "sul campo" in programma da domani a lunedì. Quella del nostro litorale sarà visitata domani pomeriggio, quando la delegazione degli studiosi farà dapprima tappa a Punta Barene, dove sfociano il canale Quarantia e l'Isonzo, un'area idonea per l'esplorazione dei "piani di marea", viste le significative escursioni del livello marino che si verificano nell'ambito costiero, poi si recherà all'Isola della Cona, considerata uno dei fiori all'occhiello della regione per quanto riguarda le aree protette e il ripristino delle zone umide. Qui effettuerà una missione di osservazione di ambiente, flora e fauna. L'equipe di ospiti stranieri, una trentina circa, verrà guidata nella visita dal professor Nevio Pugliese, ordinario paleontologo dell'ateneo triestino e dal collaboratore del Dipartimento Flavio Pizzolato. Sarà presente per l'amministrazione comunale il sindaco Giorgio Nogherotto e il direttore scientifico della Riserva della Foce dell'Isonzo, Fabio Perco. Intanto è stata decisa la data di un altro importante evento riguardante sempre il parco della Cona. Sabato 28 settembre, verrà inaugurato ufficialmente il nuovo "Centro visite", una costruzione modernissima la cui realizzazione è stata finanziata dai fondi europei dell'Obiettivo 2 e da risorse regionali. A tagliare il nastro sarà Giorgio Venier Romano, assessore regionale ai Parchi. Saranno presenti anche i sindaci dei quattro comuni che gestiscono la riserva (Staranzano, San Canzian d'Isonzo, Grado e Fiumicello), autorità e amministratori locali. Il nuovo centro visite avrà lo scopo di conservare gli habitat naturali presenti e migliorare le valenze naturalistiche e la fruizione per scopi di didattica ambientale, per permettere alle nuove generazioni di comprendere il mondo naturale nei suoi molteplici aspetti. Ciro Vitiello


Il Fiumicello si è rinforzato con qualche innesto mirato Pro senza patemi
Ciak, si parte. Si torna a giocare a calcio anche sugli affollatissimi campi della Bassa e Franco Sandri, presidente dell'Associazione sportiva Fiumicello, la cui squadra milita in Prima categoria, scopre le sue carte. "Siamo pronti per affrontare un buon campionato - spiega -, valorizzando i giovani. Non abbiamo ambizioni particolari, ma la nostra parte la faremo, in casa e in trasferta. Siamo riusciti a mettere assieme una buona squadra, che potrebbe regalare alla società e ai tifosi numerose soddisfazioni". Abbastanza movimenmtato il mercato della società nel corso dell'estate. "Il portiere Nicola Burino, che era svincolato, giocherà questa stagione nel Centro sedia di Manzano - afferma il presidente -. Il nucleo centrale della squadra non ha subìto cambiamenti: ci siamo limitati ad acquistare il libero Rigonat dal Doberdò. Inoltre, si siamo accordati con il Monfalcone per uno scambio alla pari: abbiamo ceduto il difensore Sandrin e acquisito il fantasista Apollo. Dalla Sangiorgina sono arrivati Scridel e Luiso, due trequartisti di sicuro affidamento, e per completare il quadro si dovrebbe rinforzare il settore avanzato con un attaccante, che forse abbiamo già individuato nel nostro settore giovanile, tra gli juniores. La squadra, comunque, è stata rinforzata, e sono convinto che potrà disputare un buon campionato. Di sicuro affidamento anche l'allenatore Gianni Ghermi, di Ronchi dei Legionari, ex giocatore della Juventus, personaggio di grande esperienza. Affronteremo i prossimi impegni con queste forze, auspicando che in campo ci sostengano anche grinta e volontà, che potrebbero fare la differenza".


"Non è solo cultura di provenienza veneta"
"Di ca e di là da l'aghe": un detto molto diffuso fino a qualche anno fa e che metteva bene in evidenza le difficoltà, per non dire le diffidenze, all'incontro tra due mondi, "i furlani" della destra Isonzo e i "bisiacchi" della sinistra Isonzo. Tanto diversi e , comunque, costretti a convivere sulle opposte sponde dell'Isonzo. Una differenza-diffidenza, accentuata dalla diversità del linguaggio che, però, al ricercatore attento, riserva non poche sorprese. E che ha sorpreso anche noi". Inizia così l'intervento firmato dal vicesindaco di Medea Alberto Bergamin e dal consigliere Luigi Geromet, che insieme hanno preso parte alla prima sessione del secondo convegno di Toponomastica del Friuli, presieduta dal professor Cornelio Desinan. "Questi - ricordano sempre i due esponenti di Medea - in una recente intervista sostiene che "la nostra toponomastica è forse una delle più ricche d'Europa, un autentico laboratorio, perchè di qui sono passati tanti popoli e le loro tracce sono rimaste proprio nei nomi dei luoghi"". "Il convegno del quale parliamo - proseguono - è stato un importante appuntamento culturale, un incontro di studio e di progettazione tra esperti di toponomastica. Si sono tenute interessanti relazioni, ma quella di Maurizio Puntin, studioso di Fiumicello e impegnato da anni nella ricerca toponomastica della cosiddetta "bisiacaria", è sicuramente di grande interesse per tutto il Goriziano". Si apprende quindi che Puntin ha già raccolto più di 400 nomi di luoghi antichi e moderni del Monfalconese e per le sue meticolose ricerche, per lo più d'archivio, facendosi una buona conoscenza del territorio. "Al congresso di Udine ha presentato soltanto un estratto sull'origine friulana di certi toponimi di quella zona e ha del tutto convinto gli studiosi presenti sull'antica ladinità del territorio di Monfalcone - raccontano ancora Bergamin e Geromet entrando nello specifico degli argomenti trattati -. Dai dati presentati dal Puntin si desume che si trattava di una ladinità con due distinte particolarità. Una era quella di essere un dialetto mescolato con qualcosa in comune con il friulano centrale e qualcosa, invece, di uguale all'antico friulano triestino e muggesano. La seconda particolarità era quella di essere un linguaggio di minoranza, parlato in parte a Monfalcone, Ronchi, Fogliano, San Pier d'Isonzo e Pieris, dove la maggioranza della gente del territorio era perlopiù slovena, almeno fino alla prima metà del XVI secolo". In ogni caso "ha fatto molto scalpore sentire che anche nel territorio, là dove ora si parla "bisiaco" (un dialetto veneto), si trovavano toponimi derivanti dal friulano". Alcuni esempi molto chiari: cjarande (siepe) a San Martino del Carso, cjarodis (pietra, terra sassosa) a Pieris e Begliano, bàjars (cortile) a Ronchi e San Pier d'isonzo, cròdie (cotenna, con significato di terra dura) a Redipuglia e Staranzano, rivis (rive) a San Canzian d'Isonzo. "Questi nomi - continua il resoconto - si presentano in documenti colmi di toponimi sloveni, almeno fino alla prima pare del XVII secolo. Si pensi che ancora nella metà del 1400 la "Vicinia" di San Canziano era composta al 90% da sloveni, come si vede nel Codice Contarini presso l'Archivio storico del Comune di Monfalcone. Nella seconda metà del 1600 la situazione cambia, secondo lo studioso Puntin, a causa di forti immigrazioni di gente proveniente dal veneto e soprattutto dall'Istria. Sul finire del '600 comincia a formarsi il dialetto bisiacco che eredita qualcosa dal precedente dialetto ladino. Dopo la fine del XVII secolo lo sloveno quasi scompare dal Monfalconese e il friulano si parla per lo più solo nelle due località di Isola Morosini e Poggio Terza Armata. Desta stupore anche sapere che nella metà del 1700, la toponomastica di San Martino del Carso era ancora per metà friulana". "Riteniamo che lo studio e la ricerca di Maurizio Puntin - concludono Bergamin e Geromet complimentandosi con lo studioso - apportino una maggiore varietà e interesse al territorio di Monfalcone che, finora, a causa di certe interpretazioni storiche scarsamente documentate era considerato con pregiudizio come una "monocultura statica", da sempre ritenuta soltanto veneta".


Intervento da 300 mila euro. Lavori alle palestre Pattinaggio, si copre la pista
Tempo di interventi sugli impianti sportivi a Fiumicello. Nei prossimi mesi, infatti, l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Dean ha in programma la realizzazione di una serie di opere pubbliche destinate a migliorare la pista di pattinaggio, la palestra vecchia di via Libertà e il campo polifunzionale di basket e pallavolo che si trova nella zona scolastico-sportiva. L'intervento più rilevante, dal punto di vista economico, sarà sicuramente quello che porterà alla copertura della pista di pattinaggio. L'opera, che consisterà in una struttura in legno lamellare che coprirà sia la pista che le gradinate, costerà, del resto, ben 300 mila euro. La cifra, comunque, sarà in buona parte coperta con un finanziamento statale. In questi giorni, infatti, da Roma è finalmente arrivato il decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (che ha competenza anche sullo sport) che concede un finanziamento, a fondo perduto, di circa 166 mila euro. A carico del comune, così, restano solo 134 mila euro che, probabilmente, saranno reperiti tramite un mutuo a tasso agevolati con il Credito sportivo. "La notizia dell'arrivo dei fondi da parte dello Stato - afferma il sindaco Dean - ci ha naturalmente sollevati poiché senza questa iniezione di risorse l'opera sarebbe stata difficilmente realizzabile: ora comunque ci metteremo subito al lavoro ed entro quattro mesi faremo partire l'appalto". Più vicino, invece, è l'inizio dei lavori programmati per la sistemazione della vecchia palestra di via Libertà dove, con un investimento di 65 mila euro, saranno rifatti l'impianto elettrico e le pavimentazioni, saranno sostituiti i serramenti e saranno rimaneggiati gli spogliatoi e gli altri locali di servizio. "L'intervento - ammette Dean - coinciderà purtroppo con un periodo nel quale le associazioni sportive sono nel pieno della loro attività ma, per limitare i disagi, ci siamo già messi in contatto con le amministrazioni comunali vicine per trovare spazi alternativi". Tempi stretti, infine, anche per la realizzazione, dell'impianto di illuminazione del campo polifunzionale che si trova nelle vicinanze della palestra nuova. "Per istallare i fari di questa struttura pensata in particolare per praticare il basket e la pallavolo all'aperto - conclude il sindaco - saranno investiti otto mila euro". Michele Tibald


Quell'Olocausto dimenticato: mostra itinerante
I Testimoni di Geova propongono una mostra intitolata "L'Olocausto dimenticato". A Grado sarà allestita all'ex Taverna municipale, aperta per 7 giorni a partire da domani. "I risultati ottenuti negli ambienti scolastici e nelle università - spiega Tomasoni - ci hanno convinto a proporre la mostra nei comuni della regione. I tempi sono maturi perché siano resi noti particolari omessi o taciuti. Mentre la macchina di sterminio nazista seminava terrore in Europa e sterminava ebrei e polacchi, anche migliaia di Testimoni di Geova, venivano perseguitati". La mostra sarà aperta domani, il 15, 16, 17, 19, 21 e 22 settembre (10-12 e 18-21). Poi tappa a Fiumicello e Cervignano.


Dopo i fondi del ministero e il reperimento di altri finanziamenti da parte del Comune, nei prossimi mesi dovrebbero partire i lavori
Presto l'appalto per coprire la pista di pattinaggio

Presto Fiumicello avrà una pista di pattinaggio coperta. In questi giorni, infatti, da Roma è finalmente arrivato il decreto del ministero per i Beni e le Attività Culturali (che ha competenza anche sullo sport) che concede l'atteso finanziamento a fondo perduto di circa 166 mila euro senza il quale il progetto sarebbe stato difficilmente realizzabile. L'opera, che consisterà in una struttura in legno lamellare che coprirà sia la pista che le gradinate, costerà del resto ben 300 mila euro. Portato a casa il finanziamento statale, quindi, ora il Comune dovrà intervenire con altri 134 mila euro che probabilmente saranno reperiti tramite un mutuo a tasso agevolato con il Credito sportivo. "I tempi per la realizzazione dell'opera - spiega il sindaco Paolo Dean - sono dettati dal decreto di concessione dei fondi: entro quattro mesi, quindi, dobbiamo partire con la gara d'appalto". Quello relativo alla copertura della pista di pattinaggio, comunque, non è l'unico intervento che l'amministrazione civica fiumicellese ha in programma nei prossimi mesi per quanto concerne gli impianti sportivi. Tra poche settimane, infatti, dovrebbero entrare nel vivo i lavori di sistemazione della vecchia palestra di via Libertà dove, con un investimento di 65 mila euro, saranno rifatti l'impianto elettrico e le pavimentazioni, saranno sostituiti i serramenti e saranno rimaneggiati gli spogliatoi e gli altri locali di servizio. "L'intervento - continua Dean - coinciderà purtroppo con un periodo nel quale le associazioni sportive sono nel pieno della loro attività ma, per limitare i disagi, ci siamo già messi in contatto con le Amministrazioni comunali vicine per trovare spazi alternativi". Tempi ormai maturi, infine, anche per la realizzazione, con una spesa di otto mila euro, dell'impianto di illuminazione del campo polifunzionale (basket e pallavolo) che si trova nelle vicinanze della palestra nuova. Michele Tibald


Lo scontro ieri pomeriggio. Il bambino stava ritornando a casa dopo aver trascorso alcune ore con gli amici In bici contro un'auto, grave un 11enne
Fiumicello: ha sfondato con la testa il parabrezza della vettura. È in rianimazione a Cattinara Un bambino di 11 anni, mentre percorreva in bicicletta una via di Fiumicello, dove abita, si è scontrato frontalmente con un'auto e ha riportato gravi ferite. Trasportato in elicottero all'ospedale triestino di Cattinara, è stato ricoverato nel reparto di rianimazione del nosocomio giuliano. L'incidente è accaduto ieri pomeriggio verso le 18.30. Il ragazzino, che stava rientrando a casa dopo aver trascorso alcune ore con gli amici, dopo aver percorso via Zorutti si è immesso in via Zanetti quando si è trovato davanti a un'automobile che procedeva in direzione opposta, verso il centro dell'abitato. Nonostante la vettura, una Renault Twingo condotta da una donna di 35 anni procedesse a velocità moderata, quasi a passo d'uomo, l'impatto frontale è stato inevitabile. L'undicenne, che abita a poche centinaia di metri da luogo dove è avvenuto l'incidente, ha sbattuto violentemente con la testa contro il parabrezza dell'automobile, infrangendolo, quindi è rotolato a terra. Per fortuna in quel momento il traffico era modesto e nessun'altra vettura è stata coinvolta nell'incidente. Secondo la testimonianza di un passante che si è prodigato a dare i primi soccorsi, il bambino non aveva perso conoscenza e pare respirasse regolarmente. Altre persone hanno dato l'allarme. Sul posto è intervenuto l'elisoccorso regionale, che è atterrato su un campo vicino alla scuola, a poche centinaia di metri da dove è accaduto il sinistro. Constatate le gravi ferite riportate dal bambino, i sanitari del 118 hanno deciso di trasportato all'ospedale di Cattinara, dove è stato ricoverato nel reparto di rianimazione. È intervenuta anche una pattuglia della Polstrada che si è occupata dei rilievi. "È stata una fatalità - spiega una donna che ha assistito all'incidente: si tratta di uno scontro che non è certamente da addebitarsi alla velocità. La vettura sulla quale si è schiantato il bambino in bicicletta procedeva a velocità ridotta, ma la donna che la guidava non ha potuto ugualmente evitare il ragazzino". Secondo altri testimoni i piccolo ciclista si sarebbe parato all'improvviso d'innanzi all'auto e non ci sarebbe stato il tempo per frenare. I vicini di casa del ragazzo, tutti concordi, sono stati prodighi di elogi per il bambino, che frequenta la seconda media a Fiumicello. "Non è uno scavezzacollo - spiega un'amico di famiglia. È un bravo ragazzo e come tutti i bambini della sue età è soltanto un po' vivace". La comunità di Fiumicello auspica che il bambino si riprenda in tempi brevi e torni presto a casa.


Mini-ciclista travolto da una vettura: è grave a Cattinara
Probabilmente se l'è visto sbucare davanti all'ultimo momento e non ha potuto evitare l'impatto. Fatto sta che la Renault Twingo al volante della quale c'era G. R., una donna di 35 anni, è andata addosso alla bicicletta sulla quale si trovava un bambino di 11 anni, A. R.; l'impatto è stato tremendo soprattutto per quest'ultimo, che è stato sbalzato a terra battendo violentemente il capo sull'asfalto. È accaduto ieri pomeriggio a Fiumicello, all'incrocio fra le vie Zanetti e Zorutti, poco dopo le 18. Sulla prima stava procedendo la vettura, probabilmente dalla seconda è sbucato il bambino in sella alla bicicletta. Le condizioni dell'undicenne sono apparse subito piuttosto gravi: era immobile a terra e perdeva sangue dalle orecchie. È intervenuta dapprima l'ambulanza della Croce verde da Cervignano, ma la gravità della situazione ha consigliato ai sanitari di richiedere l'intervento dell'elisoccorso, che in pochi minuti era già sul posto. A bordo dell'elicottero il piccolo ciclista è stato trasportato all'ospedale di Cattinara, dov'è stato ricoverato nel reparto Rianimazione con prognosi strettamente riservata. Rilievi della polstrada di Palmanova.


Tre Comuni entrano nel mercato del gas
Nonostante la riforma Letta, i Comuni di Aquileia, Fiumicello e Terzo di Aquileia continueranno ad avere un ruolo nel complesso mercato del gas. In vista dell'entrata in vigore delle nuove norme che impongono la separazione tra la gestione delle reti di distribuzione e la commercializzazione del metano, i tre enti locali hanno deciso di contribuire a fondare, assieme al gruppo privato Metanfriuli, una nuova società che rileverà dalla Sti (il soggetto che attualmente cura tutto il comparto gas sul territorio dei tre comuni) proprio l'attività di vendita del combustibile. Tra lunedì e martedì, infatti, i Consigli comunali dei tre centri della Bassa friulana hanno dato il via libera all'operazione che proprio ieri pomeriggio si è perfezionata con la firma, davanti al notaio, dell'atto costitutivo e dello statuto della nuova società, per ora denominata "Newco Gas Trade Spa". Questo nuovo soggetto, comunque, non si limiterà a proporsi come fornitore del gas nei tre Comuni (dove la Sti attualmente ha circa 2.300 utenti), ma entrerà nel mercato regionale. Fin da subito, infatti, alla nuova creatura saranno affidate le attività di vendita del combustibile anche da parte delle altre società del gruppo Metanfriuli (Metanfriuli Srl, Metanservizi Srl e Ambriagas Srl), attive in molti comuni delle province di Udine e Gorizia (come Grado) con circa 25 mila utenti. Le potenzialità della "Newco Gas Trade Spa", comunque, sono destinate ad aumentare rapidamente. Entro la fine dell'anno, entrerà a far parte della compagine sociale anche il Consorzio per l'Acquedotto del Friuli Centrale (Cafc Spa), che ha deciso di diversificare la propria attività estendendola nel settore del gas. Forte del fatto di operare, nel settore dell'acqua, già in 74 comuni, quindi, il Cafc sarà un importante alleato per conquistare nuove utenze (si parla di una potenzialità di 110 mila utenze).


Un ragazzino di 11 ...
Un ragazzino di 11 anni in bicicletta è stato travolto da un'auto ieri in serata a Fiumicello. Ora è ricoverato a Trieste in terapia intensiva e le sue condizioni, per le ferite e i traumi riportati, sono gravi. L'incidente è avvenuto all'incrocio tra via Zanetti e via Zorutti, non lontano dalle scuole del paese, alle 18.10, in un momento in cui c'erano molte persone per strada.Una donna del posto, R.G., insegnante di 35 anni, stava percorrendo via Zanetti a bordo di una Twingo, quando A.R. è arrivato dalla parte opposta con la sua bicicletta. La donna, che pure non viaggiava a velocità elevata essendo una zona abitata, non è riuscita ad evitarlo e il bambino è caduto a terra ferito. È stato subito soccorso da chi aveva assistito alla scena, dalla stessa donna sconvolta dall'accaduto e dal medico Paolo Spagnul, che ha il proprio ambulatorio nella stessa via. Le sue condizioni in un primo momento non sembravano preoccupanti, anche se sofferente era sveglio e cosciente. Sono stati chiamati i soccorsi e sul posto sono arrivati i sanitari del 118. A.R. è stato trasportato in elicottero all'ospedale Cattinara di Trieste, dove è stato accolto nel reparto di rianimazione. I medici si sono riservata la prognosi. Il ragazzino, studente di prima media, è figlio di un ingegnere e di una psicologa che hanno altri tre figli, molto conosciuti in paese. Subito la notizia si è diffusa. Sul posto anche la Polstrada di Palmanova che sta conducendo gli accertamenti sulla dinamica dell'incidente, interrogando i testimoni presenti e la donna alla guida dell'auto. La dinamica che ha portato al ferimento del bambino è ancora tutta da chiarire.L.N.