Giovedì 1 novembre, il Messaggero: Braccio tranciato dal tornio
Giovedì 1 novembre, il Piccolo: Braccio amputato dalla lamiera impazzita
Giovedì 1 novembre, il Messaggero: C’è un concorso d’idee per il centro del paese
Giovedì 1 novembre, il Piccolo: Sparò al barista di Papariano. Torna in carcere dopo 10 anni
Giovedì 1 novembre, il Gazzettino: Braccio amputato al tornio
Venerdì 2 novembre, il Messaggero: Pista ciclabile sulla ferrovia dell’impero
Venerdì 2 novembre, il Piccolo: Riattaccato il braccio al giovane operaio dell’Ansaldo
Venerdì 2 novembre, il Gazzettino: Riattaccato l'arto amputato
Sabato 3 novembre, il Messaggero: Illuminazione pagata con la soia
Sabato 3 novembre, il Gazzettino: Il Comune non vende Fossa Vecchia
Domenica 4 novembre, il Messaggero: Municipio, uffici trasferiti al piano terra
Lunedì 5 novembre, il Piccolo: Braccio riattaccato. Ma l’esito è ancora incerto



Il giovane è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico in Slovenia per riattaccare l’arto Braccio tranciato dal tornio Un 24enne vittima di un infortunio sul lavoro all’Ansaldo di Monfalcone
Stava tornendo uno “scudo” (una lamina di protezione dei motori elettrici) quando improvvisamente il manufatto gli è saltato via, tranciandogli quasi completamente il braccio destro all'altezza del gomito. L'infortunio è accaduto ieri mattina, verso le 8, all'Ansaldo Sistemi industriali di Monfalcone. Ne ha fatto le spese Raffaele Lepre, 24 anni, di Fiumicello, che aveva cominciato il turno di lavoro alle 6. Due ore dopo stava lavorando su un tornio verticale per rifinire lo “scudo”. Una lavorazione normale che il giovane aveva già fatto altre volte. Ma improvvisamente il pezzo metallico gli è sfuggito e con violenza gli è finito sul braccio destro, troncando l'arto all'altezza del gomito. L'allarme è partito immediatamente grazie ai vicini colleghi di lavoro, che hanno avvisato il 118 e che si sono prodigati per prestargli i primi soccorsi. Sul posto sono intervenuti quindi i sanitari che nel frattempo avevano allertato anche l'eliambulanza, prevedendo di portare Lepre all'ospedale di Pordenone, specializzato in trapianti. Ma a causa della nebbia l'elicottero è stato dirottato al più vicino ospedale di San Pietro, in Slovenia, comunque all'avanguardia in analoghi interventi. Alle 10, l'infortunato era entrato in sala operatoria e i sanitari erano piuttosto ottimisti sulla riattivazione della funzionalità del braccio, recuperato peraltro grazie alla prontezza di colleghi e sanitari del 118 che l’avevano tenuto attaccato al moncone per bloccare l’emorragia. Quello dell'Ansaldo è il quarto infortunio che si registra nel mese di ottobre: il 5, un operaio della Monfalmarmi era rimasto travolto da alcune lastre di marmo; il 6 un dipendente della Maraldi, di origine francese, era caduto battendo la testa e infine un operaio Fincantieri, il 10, era caduto da un'impalcatura battendo violentamente la schiena e la testa. Episodi che avevano sollevato ancora una volta le proteste dei sindacati e le richieste di maggiore formazione soprattutto in merito alla sicurezza sul lavoro. «Ansaldo non registra episodi di gravi infortuni - ha commentato Roberto Muradori, segretario provinciale Fim-Cisl -, ma ci sono molti episodi di microinfortuni anche a causa di macchine datate. Ciò che è da sottolineare è che i sindacati sono soli in questa battaglia e che non hanno più nemmeno le garanzie di aiuto da parte delle strutture pubbliche». E, mentre la polizia ha avviato un'indagine sulle cause del grave infortunio, immediata è stata la reazione dei sindacati Ansaldo che hanno dichiarato l'astesione del lavoro per le due ore finali di ogni turno e hanno chiesto un immediato incontro con la direzione dell'azienda.


Raccapricciante infortunio all’Ansaldo di Panzano: dieci ore di intervento per riattaccare l’arto a un operaio di Fiumicello, Raffaele Lepre, 24 anni Braccio amputato dalla lamiera impazzita
Il giovane operato all’ospedale sloveno di San Pietro. Scatta subito la protesta: due ore di sciopero Uno «scudo» metallico si è sganciato dal banco su cui un tornitore stava lavorando. Un proiettile, che l’ha colpito al braccio destro, appena sotto il gomito, staccandoglielo e ferendolo anche all’inguine. Raffaele Lepre, 24 anni di Fiumicello, si è stretto il braccio, urlando e accasciandosi in una pozza di sangue. Per primi lo hanno soccorso i compagni che gli stavano accanto, subito dopo il medico dell’azienda. L’avambraccio amputato, rimasto collegato al corpo con un solo tendine, è stato avvolto nel ghiaccio per evitare danni irreparabili nella speranza che i medici riuscissero poi a riattaccarglielo. Così è stato. Raffaele Lepre è stato operato dall’équipe di microchirurgia dell’ospedale sloveno di San Pietro, appena al di là del confine di Gorizia, dov’è giunto con l’ambulanza già attorno alle 9. L’intervento è durato oltre 10 ore e almeno tecnicamente sarebbe riuscito. Ora bisognerà attendere l’evolversi della situazione clinica per sapere se Raffaele potrà recuperare in pieno la funzionalità dell’arto. Il raccapricciante infortunio si è verificato alle 8 di ieri nel reparto di tornitura dello stabilimento Ansaldo che produce motori elettrici di medie e grandi dimensioni. Lepre, tornitore, stava lavorando su uno «scudo» - così è chiamata la protezione metallica dei motori - quando all’improvviso il pezzo si è spostato dalla base sfuggendo al suo controllo. Un colpo netto di taglio che gli ha devastato il braccio. Raffaele Lepre aveva cominciato il suo turno di lavoro due ore prima. Non è un operaio inesperto, non fa parte dell’ultima infornata di una sessantina di giovani assunti che hanno rimpiazzato quelli che hanno beneficiato del massiccio esodo-amianto. In fabbrica sono entrati i sanitari del 118. In un piazzale interno è anche atterrato l’elicottero dell’Elisoccorso: il primo obiettivo era di trasferire il ferito nel giro di pochi minuti all’ospedale di Pordenone, specializzato nel riattaccare arti traumatizzati. Il trasferimento però si è rivelato impossibile: troppa nebbia a quell’ora nel tragitto. Si è deciso allora per il più vicino ospedale sloveno di San Pietro la cui équipe chirurgica da anni pratica questo tipo di interventi. Alle 9.15 Raffaele Lepre era già sotto i ferri: il braccio amputato, immerso nel ghiaccio, per fortuna era ancora in condizioni tali da rendere possibile l’intervento. L’infortunio ha mobilitato il sindacato che ha proclamato due ore di fermata degli impianti alla fine di ogni turno, chiedendo un incontro con la direzione dello stabilimento - 420 dipendenti -, fino al 2000 a partecipazione statale e rilevato poi dall’americana Robicon, controllata Hve. I vertici aziendali sono stati riuniti dal direttore Paolo Lanari. Sul posto anche gli agenti del commissariato: è stata aperta un’inchiesta. fa. ma.


C’è un concorso d’idee per il centro del paese
Rivoluzione in vista a Fiumicello per via Gramsci, piazza Primo maggio e piazza Aldo Moro. Nei giorni scorsi, infatti, la giunta comunale guidata dal sindaco Paolo Dean, ha deciso di promuovere tra tutti gli architetti e gli ingegneri che vorranno partecipare un concorso d'idee relativo proprio alla riqualificazione di queste tre importantissime zone del capoluogo. «Le sistemazioni di queste due piazze molto significative e della principale arteria viaria di San Valentino che rientrano nel nostro programma amministrativo - spiega il primo cittadino - comportano implicazioni sia urbanistiche che economiche di grande complessità che ci impediscono di realizzare le opere in tempi brevi: molto probabilmente proveremo per lotti, iniziando da piazza 1° maggio dove sarà anche rifatta la stazione delle autocorriere, puntando comunque a realizzare una buona parte dei lavori entro la fine del mandato». La riqualificazione di queste piazze e di questa via, quindi, sarà il risultato di un percorso complesso che dovrà fare i conti con le problematiche di natura tecnica ma soprattutto con quelle relative ai finanziamenti. Per cominciare, comunque, l'amministrazione civica ha scelto la strada del concorso d'idee. «Rispetto all'incarico affidato ad un singolo professionista - dice Dean - questo strumento ci consente di avere una visione ad ampio raggio di quelle che possono essere le diverse soluzioni». Naturalmente, la giunta ha posto dei paletti alla fantasia dei progettisti che, nell'elaborazione delle loro proposte dovranno comunque tener presente di quelle che sono le esigenze di spazi per i parcheggi e per le ecopiazzole nonché delle indicazioni del piano del traffico. In via Gramsci, poi, dovrà essere prevista anche una pista ciclabile. Il tempo concesso ai professionisti interessati per preparare le loro proposte è di circa due mesi: all'inizio del 2002, infatti, una apposita commissione presieduta dal sindaco e formata dai capigruppo consigliari, dai tecnici del comune e da esperti designati dagli ordini professionali degli architetti e degli ingegneri, sceglierà il progetto migliore. Al suo estensore andrà un premio di 5 milioni nonché l'incarico per l'elaborazione del progetto preliminare del primo lotto dei lavori; al secondo classificato, invece, andrà un premio di 3 milioni. Michele Tibald


Sparò al barista di Papariano Torna in carcere dopo 10 anni
Dopo circa 10 anni finisce in carcere: tre anni, quattro mesi e 21 giorni di reclusione per il tentato omicidio di un barista a Papariano di Fiumicello. Il fatto risale al 26 novembre ’91. Il cervignanese Severino Scomparin, 63 anni, di fronte alla sentenza definitiva, è stato bloccato dalla squadra Mobile: l’uomo aveva già scontato un parte della pena in carcere e agli arresti domiciliari subito dopo l’episodio. Tutto risale alla notte tra il 26 e il 27 novembre, nel bar da Romolo, in via Nazionale 38/a, di Papariano. Era quasi l’ora di chiusura, nel locale c’era solo un cliente che stava prendendo un caffè. Il titolare, Giancarlo Vit, allora 50 anni, stava apprestandosi a fare le pulizie. Entrò lo Scomparin, in mano una pistola calibro 12 fabbricata artigianalmente, e si avventò contro il titolare. Sembrò una sorta di vendetta, la sua, per tutte le volte che Vit lo aveva cacciato dal bar quando esagerava con l’alcool. Scomparin sparò contro il titolare che riportò gravi ferite. Il processo di primo grado si concluse il 5 maggio ’93 con la condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione. Vit è ancora titolare del bar; come lui, sono tanti a ricordare quel drammatico fatto.


Gravissimo infortunio di un giovane operaio di San Lorenzo all’Ansaldo di Monfalcone Braccio amputato al tornio
L’elisoccorso non decolla per nebbia, trasportato in un ospedale in Slovenia Un operaio dell'Ansaldo di Monfalcone, Raffaele Lepre, 24 anni, di Fiumicello, ha subito l'amputazione parziale del braccio destro in un infortunio sul lavoro accaduto ieri mattina. Lepre era entrato in fabbrica alle 6, con il primo turno, impiegato a uno scudo al tornio verticale: lo scudo, che pesa circa 280 chili e ha un diametro di 80 centimetri, è la protezione dei motori industriali prodotti dall'Ansaldo, industria metalmeccanica che a Monfalcone conta quasi 400 dipendenti. Da una ricostruzione dei colleghi, parrebbe che lo scudo o una sua porzione abbia tranciato sopra il gomito il braccio destro del Lepre. L'eliambulanza non ha potuto trasportare il giovane all'ospedale di Pordenone, dove sono specializzati in microchirurgia, a causa della nebbia. Un'autoambulanza lo ha pertanto portato all'ospedale sloveno di San Pietro (vicino a Gorizia, subito al di là del confine), dove specialisti in microchirurgia hanno tentato di riattaccare l'arto al giovane. Ieri sera l'intervento chirurgico, incominciato 12 ore prima, era ancora in corso. Raffaele Lepre è il figlio più giovane di una famiglia di Fiumicello, residente nella frazione di San Lorenzo. Il padre Venerio è pensionato, la mamma Gigliola è casalinga; in casa abita anche il fratello maggiore Gabriele, di 28 anni. Raffaele lavora all'Ansaldo di Monfalcone da circa 6 anni, da quando cioè aveva finito l'istituto professionale frequentato nella stessa città dei cantieri. La notizia dell'infortunio di ieri è stata accolta nella famiglia Lepre con comprensibile ansia. Raffaele già qualche anno fa era stato vittima di un incidente, quella volta sulla strada (era caduto con il motorino), riportando lesioni di cui risente ancor oggi. Ieri pomeriggio i suoi familiari si sono precipitati all'ospedale di San Pietro, per essere vicini al loro congiunto. Dai colloqui avuti con i sanitari, nutrivano forti speranze che il braccio parzialmente amputato a Raffaele dal pesante scudo potesse essere riattaccato. Proprio ieri, a Trieste c'è stato uno sciopero generale per sensibilizzare gli enti preposti sul problema sicurezza. Solo nella provincia di Trieste, a cavallo tra settembre ed ottobre, ci sono stati quattro morti sul lavoro.


Approvato il progetto definitivo. Sarà realizzata nel sedime dell’antica Cervignano-Belvedere Pista ciclabile sulla ferrovia dell’impero
Il progetto per la pista ciclabile Grado-Palmanova, che nel tratto compreso tra Belvedere e Terzo dovrebbe correre proprio sul sedime della vecchia strada ferrata, ha riportato l'attenzione del grande pubblico sul tracciato dell’antica ferrovia, Dopo anni di discussioni, recentemente è stato finalmente approvato il progetto definitivo che prevede l'esproprio dei terreni. Il ripristino della linea ferroviaria si presenta però difficile: i progettisti (gli architetti Giuseppe Garbin e Amerigo Chierici) hanno comunque previsto che la pista abbia una larghezza di tre metri in moda da consentire anche l'eventuale passaggio di un trenino turistico su gomma. La ferrovia che collegava Belvedere con Cervignano fu inaugurata nel 1910 e restò in funzione fino agli anni '50. A realizzarla, su progetto dagli ingegneri Giacomo Antonelli e Giulio Dreossi, fu la Società Ferrovie Friulane fondata nel 1893 a Vienna con lo scopo di portare la strada ferrata nella bassa friulana orientale e nel monfalconese, territori facenti parte, fino al 1918 all'Impero Austroungarico. Costituita da un unico binario, la linea poteva contare su quattro stazioni: oltre a quella di partenza di Cervignano, infatti, stazioni furono costruite anche a Terzo, ad Aquileia oltre che naturalmente a Belvedere dove i treni si fermavano per invertire il loro senso di marcia. Oltre a servire per il trasporto delle persone (in particolare dei villeggianti che dall'Austria si recavano a Grado) e delle merci, la ferrovia Cervignano-Belvedere fu anche protagonista di un evento storico di particolare rilevanza. Nel 1918, infatti, fu proprio dalla stazione di Aquileia che partì per Roma, alla presenza del re d'Italia Vittorio Emanuele III, la salma del Milite Ignoto attualmente ospitata nel sacello dell'Altare della Patria. Dopo la dismissione della linea all'inizio degli anni '50, sul tracciato della Cervignano-Belvedere scese il silenzio fino a quando, nel 1972, non scoppiò per la proprietà dei terreni su cui corrono i binari, una furiosa battaglia legale che è ancora in corso tra la Società Ferrovie Friulane (di cui sono soci, oltre ad una serie di privati, anche la Provincia di Gorizia, la Cassa di Risparmio di Trieste e i comuni di Cervignano, Terzo, Aquileia, Fiumicello, Turriaco, San Canzian, Ronchi e Monfalcone) da una parte e lo Stato Italiano e le Ferrovie dello Stato dall'altra. A generare la disputa, che coinvolge oltre alla tratta per Belvedere, anche quella tra Cervignano e Monfalcone e quella tra quest'ultima e Porto Rosega, è una diversa interpretazione delle norme del trattato di pace di Saint Germain con il quale nel 1919 furono regolati i rapporti tra le potenze vincitrici della Prima Guerra Mondiale e l'Austria. Michele Tibald


L’operazione eseguita all’ospedale sloveno di San Pietro. Le condizioni di Raffaele Lepre sono soddisfacenti.
Intervento di Gherghetta (Ds) sul problema della sicurezza sul lavoro Riattaccato il braccio al giovane operaio dell’Ansaldo Le condizioni di Raffaele Lepre, il ventiquattrenne operaio dell’Ansaldo che mercoledì ha subito l’amputazione traumatica dell’avambraccio mentre stava lavorando su un tornio, sono considerate più che soddisfacenti. Al termine di un lunghissimo intervento chirurgico, eseguito nell’ospedale sloveno di San Pietro, gli è stato riattaccato l’arto. Bisognerà invece attendere ancora per avere notizie sulla ripresa della funzionalità del braccio. Il giovane, uscito dalla Rianimazione, ieri mattina ha parlato con i genitori, con i quali abita a San Lorenzo di Fiumicello. Nell’incidente, l’operaio ha pure riportato una profonda ferita a un fianco e solo per un puro miracolo non sono stati lesi organi vitali. E sulla questione relativa alla sicurezza sul lavoro interviene il consigliere regionale dei Ds, Enrico Gherghetta. «Per prima cosa esprimo solidarietà a Raffaele Lepre e l’augurio di una pronta guarigione. Ma non basta - afferma Gherghetta - bisogna fare di più. La Regione è oggi il luogo dove si può fare molto. Entro novembre si discuterà e speriamo si approvi una proposta di legge». Che porta le firme di Sonego, Baiutti, Cruder, Fontanelli, Gherghetta, Moretton e Petris, mirata a creare una Commissione tecnica permanente che monitori gli infortuni, ne studi le cause e presenti proposte di soluzione da trasformare in legge regionale o nazionale o indirizzo europeo. Nei prossimi giorni i Ds coinvolgeranno le forze dell'Ulivo per un’iniziativa di sollecito nei confronti della Conferenza Stato-Regione. «Ci auguriamo di trovare su queste questioni - conclude Gherghetta - la solidarietà e il consenso di tutte le forze politiche e sociali e dei rappresentanti eletti in Regione e al Parlamento».


È riuscito l’intervento chirurgico all’operaio dell’Ansaldo Riattaccato l'arto amputato
Raffaele Lepre sta bene: l'intervento chirurgico a cui mercoledì è stato sottoposto il ventiquattrenne di San Lorenzo è infatti perfettamente riuscito. Gli è stato riattaccato l'arto, che proprio l'altro ieri aveva perso durante un incidente sul lavoro, mentre stava maneggiando un tornio nel cantiere dell'Ansaldo, azienda metalmeccanica monfalconese, nella quale il giovane lavora già da diversi anni. Mercoledì mattina, verso le 8, il tragico infortunio, mentre stava tornendo uno scudo, una lamina di protezione di un motore, che, saltata via all'improvviso, gli ha tranciato quasi completamente il braccio destro, all'altezza del gomito. Trasportato all'ospedale di San Peter, in Slovenia, è stato sottoposto a 12 ore di intervento. L'operazione è perfettamente riuscita, a detta dei medici, che però non si sbilanciano sulla prognosi, vista la delicatezza dell'intervento. «Bisogna solo aspettare - ci dice la mamma Gigliola - perché in questi casi possono insorgere delle infezioni. Ogni ora che passa è fondamentale. Stamattina (ieri per chi legge, ndr), appena si è svegliato dall'anestesia, ho parlato con lui al telefono e mi ha detto che sta bene». I familiari erano accorsi subito all'ospedale per avere notizie del ragazzo, ma non gli è stato permesso di rimanere accanto a lui a lungo, come prevede la prassi del nosocomio sloveno, e questo non fa che aumentare la preoccupazione dei congiunti, che invece vorrebbero stargli vicino. Ieri pomeriggio comunque si sarebbero recati da lui durante il normale orario di visite. Non si sa ancora se rimarrà in Slovenia o se verrà trasferito in Italia. Il giovane era stato trasportato oltre confine a causa della fitta nebbia, che non aveva consentito il volo dell'elisoccorso all'ospedale di Pordenone, ma con ogni probabilità continuerà lì la sua degenza. «Per la verità - continua la mamma - non ho neppure chiesto ai medici se verrà portato in Italia, ero troppo preoccupata in quel momento. Credo però che ormai riamarrà lì». Monica Tortul


L’esperimento, che ha dato buoni risultati, sarà ripetuto l’anno prossimo, questa volta con il frumento Illuminazione pagata con la soia
Il Comune sosterrà il mutuo grazie ai redditi della coltivazione di 73 ettari di terreno Dopo l’olio, il latte, la benzina, la soia "si trasforma" ora in lampioni. Succederà a Fiumicello dove i soldi che il Comune ha incassato dalla coltivazione a soia dei 73 ettari di terreni agricoli di proprietà municipale siti in località Fossavecchia saranno appunto utilizzati per finanziare, almeno in parte, il mutuo che verrà stipulato per rifare la rete della pubblica illuminazione in Borgo Sant’Antonio, a San Lorenzo e, nel capoluogo, nelle vie Brancolo, Blaserna e Borgo Isonzo. Da quando, due anni fa, ha deciso di gestire in modo diretto i terreni, infatti, l’amministrazione civica guidata dal sindaco Paolo Dean ha incassato circa 200 milioni che ora verranno impiegati per questa importante opera pubblica di cui partiranno a giorni le procedure d’appalto. «Nonostante le ironie di qualcuno, la scelta della gestione diretta, che portiamo avanti affidando i lavori necessari ad una ditta specializzata - commenta Dean - si è finora rivelata azzeccata: grazie all’andamento dei raccolti, al mercato e alle apposite provvidenze previste dall’Unione Europea, infatti, abbiamo ottenuto un risultato economico che va al di là di quelle che erano le nostre previsioni e che spinge quindi a continuare su questa strada». Proprio in questi giorni, infatti, la giunta ha approvato l’apposita delibera con la quale si indice la gara per la scelta della ditta che dovrà occuparsi dei lavori necessari per la nuova annata agricola che, come tutti sanno, inizia l’11 novembre. Il termine per presentare le offerte scade il 7 novembre. I criteri che verranno seguiti per aggiudicare l’appalto (che comprende l’intero ciclo della coltivazione, dalla semina al trasporto del raccolto agli appositi centri) saranno due: oltre al compenso richiesto, infatti, sarà valutata che la produzione che sarà garantita per ogni ettaro di terreno. Ma c’è un’importante novità, che non mancherà di far discutere: per l’annata 2001-2002, però, il Comune di Fiumicello abbandonerà la coltivazione della soia: viste le mutate condizioni del mercato (il prezzo della soia ha subito dei notevoli ribassi), infatti, i 73 ettari della Fossavecchia saranno coltivati a frumento, che oggi e soprattutto in prospettiva garantisce redditi più elevati. In ogni caso il Comune intende far fruttare al meglio i terreni di sua proprietà per poi realizzare una cifra adeguata che possa appunto contribuire alla realizzazione di opere pubbliche necessarie per la cittadinanza. Un esempio di amministrazione che altri Comuni potrebbero imitare per avere delle entrate economiche supplementari. Michele Tibald


Il Comune non vende Fossa Vecchia
L'anno agrario si concluderà l'11 novembre, ma il Comune di Fiumicello ha già indetto una gara pubblica per affidare a terzi la coltivazione di 73 ettari nella Fossa Vecchia. La decisione è stata presa in anticipo, perché i campi saranno adibiti alla coltura del frumento, la cui semina avviene in questo periodo. I terreni rientrarono in possesso dell'amministrazione dal 1999, anno in cui si chiuse la causa con la cooperativa Fossa Vecchia, dopo una lunga serie di processi e ricorsi. Allora l'attuale amministrazione, appena insediatasi, prese la decisione di non venderla, ma si riservò di valutare attentamente la questione. E ora, a tre anni di distanza, quella scelta si è rivelata particolarmente felice. «Non credevamo - ci spiega il sindaco Paolo Dean - che i terreni dessero una rendita così buona. Se prima avevamo ancora qualche dubbio sul da farsi, ora l'ipotesi della vendita è completamente scartata». Con l'utile di questi terreni verranno portati avanti alcuni interventi già in programma tra breve, come il rifacimento dell'illuminazione pubblica. Dal 1999 i campi erano stati adibiti alla coltivazione della soia; quest'anno si introdurrà il frumento, visto che a questo tipo di coltura sono legati degli importanti contributi europei di cui l'amministrazione potrà disporre (l'incasso netto sarà di 100 milioni). Alla gara sono ammessi imprenditori agricoli, cooperative agricole e imprese o società di lavoro agricolo per conto terzi. L'aggiudicatario dovrà incaricarsi di provvedere a tutta la fase della produzione, dalla semina alla raccolta. Monica Tortul


Spostati Stato civile e Servizio commercio per renderli più accessibili agli utenti Municipio, uffici trasferiti al piano terra
Nuovo look per il municipio di Fiumicello. Da qualche settimana, infatti, dopo il trasferimento delle Poste in un altro immobile, l'anagrafe, lo stato civile e il servizio commercio sono stati trasferiti dal primo piano al piano terra. «Lo scopo di questa operazione - spiega il sindaco Paolo Dean - è stato quello di spostare gli uffici più frequentati dalla cittadinanza in una posizione di più facile accesso, soprattutto per le persone anziane o per i disabili che, fin'ora, trovavano oggettive difficoltà ad affrontare le scale che portavano al piano superiore». Gli spazi "recuperati" al primo piano grazie al trasloco di questi tre uffici è stato subito occupato dagli altri servizi comunali, in particolare dalla ragioneria, dall'ufficio tributi e dall'ufficio personale che fin'ora si trovavano in una situazione inadeguata. Lo spazio restante, invece, sarà utilizzato per gli organi istituzionali, in particolare gli assessori. Il trasloco delle scorse settimana, comunque, è solo un'altra fase di un più ampio piano di ristrutturazione "a piccoli passi" che la giunta Dean ha in mente per il municipio. «Un intervento generale di ristrutturazione - spiega il primo cittadino - sarebbe sicuramente risolutivo ma costerebbe troppo: secondo i nostri calcoli, infatti, un'operazione radicale richiederebbe un investimento di circa sei o sette miliardi che le nostre casse non possono certo permettersi senza una sostanziosa collaborazione da parte di Provincia e Regione che, però, per ora, non sembrano disponibili; per questo motivo, quindi, abbiamo deciso di procedere per stralci, privilegiando gli interventi che ci permettano di abbattere le spese di gestione». Nei giorni scorsi, infatti, l'amministrazione civica ha licenziato un progetto da 100 milioni (70 dei quali arriveranno dalla Provincia), che consentirà di rifare la coibentazione di alcune parti della copertura, di migliorare gli isolamenti e di sostituire alcuni serramenti. Michele Tibald


L’operaio Raffaele Lepre, rimasto mutilato mercoledì scorso all’Ansaldo, dovrà essere sottoposto a un altro intervento a San Pietro Braccio riattaccato. Ma l’esito è ancora incerto
Sono sempre serie le condizioni di Raffaele Lepre, il tornitore ventiquattrenne di Fiumicello rimasto mutilato mercoledì scorso mentre lavorava al tornio nello stabilimento Ansaldo. Il lungo (oltre dieci ore) intervento per riattaccargli l’avambraccio destro, realizzato dal dottor Krunoslav Margic all’ospedale sloveno di San Pietro, è riuscito ma il decorso sta presentando complicazioni, peraltro non del tutto impreviste. La speranza è che Raffaele Lepre possa riacquistare, anche se in tempi lunghi, la piena funzionalità dell’arto ma le incognite restano ancora molte. Raffaele Lepre dovrà inoltre essere operato già questa settimana per una ferita da taglio all’anca. Al momento il tornitore friulano resterà ricoverato nell’ospedale di San Pietro. Le tappe del suo ritorno a casa sono ancora da definire. Raffaele Lepre era stato colpito da un pezzo di lamiera sfuggito al tornio su cui stava lavorando verso le 8 di mercoledì mattina, due ore dopo aver preso servizio all’Ansaldo dove è impiegato da due anni circa. I soccorsi erano stati tempestivi: nel giro di un’ora il giovane era già in sala operatoria nell’ospedale sloveno di San Pietro, appena al di là del confine di Gorizia, specializzato in microchirurgia e nel recupero di arti amputati.