Domenica 4 gennaio, il Gazzettino: Morta in mare, forse è friulana
Lunedì 5 gennaio, il Messaggero: Donna ritrovata in mare, oggi gli accertamenti
Martedì 6 gennaio, il Gazzettino: Aumentano i costi, tassa rifiuti più cara
Martedì 6 gennaio, il Messaggero: Fiumicello, centinaia di visitatori per il presepio dei Merluzzi
Martedì 6 gennaio, il Piccolo: Il test del Dna sul corpo riemerso a Termoli
Mercoledì 7 gennaio, il Messaggero: Ritrovata in mare, nuovi accertamenti
Giovedì 8 gennaio, il Messaggero: Donna in mare, riconosciuta la collana
Giovedì 8 gennaio, il Piccolo: Furto in un negozio di calzature a Papariano: rubati un paio di scarpe e le offerte per Federico
Venerdì 9 gennaio, il Messaggero: Fiumicello, riprendono stasera le lezioni all'Acli
Sabato 10 gennaio, il Messaggero: Il paese cresce: abitanti a quota 4.973
Sabato 10 gennaio, il Piccolo: 'Seguimi', ma la posta arriva dopo mesi
Martedì 13 gennaio, il Piccolo: Donna trovata in mare: difficile l'identificazione
Mercoledì 14 gennaio, il Piccolo: Il corpo riaffiorato è di Annita Bearzot
Mercoledì 14 gennaio, il Messaggero: Dagli esami la conferma: è di Fiumicello la donna trovata morta in mare a Termoli
Mercoledì 14 gennaio, il Messaggero: Autisti e venditori ambulanti abitavano da anni in Friuli
Mercoledì 14 gennaio, il Messaggero: Tragedia sulla strada per Lignano: due morti e un ferito
Mercoledì 14 gennaio, il Tempo: Identificato il cadavere ripescato in mare
Mercoledì 14 gennaio, il Gazzettino: La statale killer torna a uccidere
Mercoledì 14 gennaio, il Gazzettino: Nuova raffica di furti nella Bassa
Giovedì 15 gennaio, il Messaggero: Ladri ancora in azione, raffica di furti nella Bassa
Sabato 17 gennaio, il Messaggero: Addio al re delle notti nella Bassa
Sabato 17 gennaio, il Piccolo: Sarà riproposto il servizio ChiamaMe, è utile e costa soltanto 40mila euro



La sconosciuta porta al collo una catenina con una stella. Anche Anita Bearzot, di Fiumicello, aveva una collana simile Morta in mare, forse è friulana
Il cadavere ripescato in Molise potrebbe essere della donna scomparsa un mese fa Potrebbe appartenere a una donna friulana, scomparsa circa un mese fa da Fiumicello, il corpo ripescato il 31 dicembre nel mare Adriatico, a Termoli, in Molise. Il cavadere, straziato dalla lunga permanenza in acqua, è irriconoscibile. Ma al collo porta una catenina d'oro con un pendolo, pare d'argento, che riproduce una stella simile a quella David. Anche Anita Bearzot, 59 anni, residente a Papariano in via Resistenza, aveva una collanina come quella. Della donna non si hanno più notizie dal 10 dicembre. Si era allontanata da casa nel tardo pomeriggio. Il marito Silvano Andrian, non vedendola rincasare, l'aveva cercata inutilmente nelle vicinanze dell'abitazione, dando l'allarme e avvisando il figlio Massimo. Con l'ausilio di famigliari, amici, parenti e dei volontari della locale Protezione civile, erano cominciate le ricerche. Inizialmente i soccorritori si erano indirizzati verso i campi adiacenti l'abitazione. Si era pensato a un malore. Ma le ricerche erano state infruttuose e dopo poche ore erano state allargate in un più ampio raggio, con l'ausilio dei carabinieri della stazione di Aquileia, prontamente allertati. I soccorritori si erano spinti verso la provincia di Gorizia, fino ad arrivare sotto il ponte del fiume Isonzo, dove era stato trovato l'ombrello. A quel punto non c'erano stati più dubbi. Ad Anita Bearzot poteva essere successo qualcosa di grave, anche perchè in quei giorni il Friuli erano stato investito da un'ondata di maltempo e l'Isonzo era piuttosto ingrossato. Le ricerche erano proseguite tutta la notte. I volontari della Protezione civile si erano fermati soltanto alle prime luci dell'alba, quando arrivarono da Trieste i sommozzatori dei vigili del fuoco. I pompieri durante la notte non erano potuti intervenire per la complessità dell'operazione: operare al buoi sarebbe stato troppo rischioso, vista la pericolosità costituita dalla forte corrente e dal fiume in piena (il livello dell'acqua in 24 ore si era alzato di quasi due metri). I sommozzatori avevano scandagliato il fiume a lungo. L'ultimo tratto dell'Isonzo era stato inoltre monitorato dalla Capitaneria di porto. Inutili anche i sorvoli fatti con l'elicottero della Protezione civile. E ora il giallo. Il cadavere di una donna è stato ritrovato in mare, a centinaia di chilometri di distanza. Può essere quello di Anita Bearzot? Il corpo è seminudo e, dalle prime ipotesi, potrebbe essere rimasto in mare almeno per un mese. È stato avvistato dai dipendenti di una petroliera che si trova a dieci miglia da Termoli, in località "Rospo Mare". Quando gli uomini della Capitaneria di porto di termoli lo hanno ripescato, non aveva più un braccio ed era sfigurato dalla lunga permanenza in acqua. Pare che con la mano stringesse ancora un ramo d'albero, forse nell'estremo tentativo di salvarsi dalle acque. I familiari di Anita Bearzot si sono già messi in contatto con la Capitaneria di porto di Termoli. Il particolare della catenina e del pendolo fa pensare che il corpo sia proprio quello della donna scomparsa. Purtroppo non aveva addosso indumenti che possano aiutare i parenti a riconoscerli. La furia delle acque le hanno strappato i vestiti lasciandole solo gli slip e dei calzettoni di colore blu scuro. Il corpo è stato portato nella cella mortuaria dell'ospedale San Pio da Pietralcina di Vasto (Chieti). L'autopsia indicherebbe l'annegamento come causa del decesso. Sarà ora esaminata l'arcata dentale per stabilire se si tratta della donna scomparsa da Papariano. Ma è mai possibile che il cadavere sia arrivato a così tante miglia di distanza? La Capitaneria di porto non lo esclude. La forte corrente di quei giorni e il forte vento potrebbero aver spinto il corpo al largo, fino alle coste termolesi.



Sono ore di attesa per la famiglia di Anita Bearzot, scomparsa lo scorso mese di dicembre da Papariano di Fiumicello, dopo il ritrovamento del corpo di una donna, corrispondente alla descrizione della cinquantanovenne fiumicellese, avvenuto il 31 dicembre scorso nel mare di Termoli, in Molise. Sulla base di alcuni elementi, tra cui una collanina d'oro, simile a quella di proprietà della Bearzot, che sarebbe stata rinvenuta al collo della vittima, si pensa, infatti, possa trattarsi della stessa donna scomparsa dal comune della Bassa friulana. Anita Bearzot, si era allontanata da casa lo scorso 10 dicembre senza lasciar detto dove sarebbe andata. Per giorni, carabinieri e sommozzatori avevano, invano, proseguito nelle ricerche, che avevano portato soltanto al ritrovamento di un ombrello di proprietà della donna, recuperato sul gretto del fiume Isonzo, all'altezza del ponte di Pieris, in provincia di Gorizia. Poi nessuna notizia, fino a due giorni fa, quando, appreso del ritrovamento di un cadavere, al largo della costa molisana, la famiglia della cinquantanovenne friulana, avrebbe contattato la capitaneria di porto di Termoli. Secondo le forze dell'ordine, il corpo, ammesso che si tratti di quello della fiumicellese, dopo essere caduto nel fiume Isonzo, potrebbe essere stato spinto dalle correnti fino alle coste del Molise. Ovviamente per averne la certezza matematica, dovranno essere effettuati ulteriori riscontri, che potrebbero giungere già nella giornata odierna. Questa mattina, infatti, saranno spedite in Molise alcune lastre dell'arcata dentaria appartenenti alla friulana scomparsa e, una volta giunte a destinazione, verranno confrontate con il calco dei denti, che sarà effettuato dal personale medico sul cadavere ritrovato in Molise. Anita Bearzot, secondo la sua famiglia, stava attraversando un periodo difficile a causa di motivi personali e proprio per questo il timore, fin da subito, era stato quello che avesse potuto compiere un gesto estremo. Elisa Michellut


BASSA FRIULANA Di Giusto conferma la maturità dei cittadini nei comuni interessati: "Qualità dall'umido" Aumentano i costi, tassa rifiuti più cara Il presidente del Csr prevede un aumento del 6%, ma la differenziata viaggia a gonfie vele Bassa Friulana
Smaltimento rifiuti, il 2009 apre tra rincari della Tarsu, ottimi risultati dalla raccolta differenziata e future alleanze all'orizzonte. L'anno da poco iniziato presenta scenari interessanti per il Csr, ente gestore del servizio per i Comuni della Bassa, soprattutto tenendo conto, che da due anni a questa parte, le difficoltà per lo smaltimento dei rifiuti sono aumentate, in coincidenza con l'esaurimento della discarica di Trivignano e con le complicazioni che hanno fatto "saltare" il progetto per un nuovo sito a Tapogliano. Da qui, la necessità di portare i rifiuti friulani fuori regione ha fatto lievitare i costi del servizio effettuato dal Csr: nel 2007, la prima "mazzata" nelle tasche dei cittadini, con un aumento del 22% della Tarsu; nel 2008, un'ulteriore aumento del 6%, peraltro non in linea coi costi, cresciuti ancora di più (11% ndr). "Anche per quest'anno ci sarà un piccolo ritocco dei costi, approvato nel bilancio di previsione del 18 dicembre scorso. L'aumento si manterrà attorno al 6-7%"- ha spiegato il presidente del consorzio Elio Di Giusto. Buone notizie, invece, sul fronte della raccolta differenziata. Attualmente, la media del territorio si attesta attorno al 70% di riciclaggio grazie all'azione combinata della raccolta e delle successive selezioni operate presso l'impianto del Csr a San Giorgio di Nogaro. Per migliorare queste prestazioni, da alcuni mesi è in atto una sperimentazione tra rifiuto secco e umido nei tre Comuni di Fiumicello, Trivignano e Mereto di Tomba. "Il prossimo 13 gennaio, nel corso di una conferenza stampa a Udine, comunicheremo con precisione i dati della sperimentazione: se i risultati finali dovessero confermare quelli iniziali, avremmo raggiunto l'obiettivo in maniera superiore alle aspettative sia per quanto riguarda la quantità che per la qualità della raccolta". Secondo le stime, a Fiumicello - Comune considerato "eterogeneo" per la varietà di attività anche commerciali e industriali presenti- la differenziata ha raggiunto il 74% del totale. Il consorzio, su suggerimento dei cittadini, ha adottato un numero verde al quale segnalare problematiche o richiedere informazioni. A Trivignano il risultato sarebbe ancora migliore, sfiorando il 78%. "Il dato più rilevante riguarda però la qualità: dalle analisi merceologiche effettuate, soprattutto sul rifiuto umido successivamente trasformato in compost a scopo agricolo, si raggiunge una purezza superiore al 90%, segno che i cittadini si sono comportati con grande diligenza non mischiando i vari rifiuti. E' un dato che conferma una formazione culturale positiva da parte delle persone e fa ben sperare per il futuro". Per quanto riguarda la separazione tra secco e umido, la prospettiva resta quella di un'estensione di questo sistema: nel mese in corso si penserà a pianificare su quali Comuni intervenire, anche se in maniera graduale per questioni organizzative e per le necessità legate agli impianti di smaltimento. "Cervignano potrebbe rientrare tra i prossimi Comuni, anche se la scelta spetta ovviamente all'amministrazione locale". Simone Bearzot


Fiumicello, centinaia di visitatori per il presepio dei Merluzzi
Motorini elettrici che danno vita e movimenti a fabbri e falegnami, un vecchio girarrosto in grado di animare il lavoro di un artigiano, la pelliccia di un coniglio da cortile che si trasforma nel manto del bue di Betlemme: è la piccola magia del Presepio, in grado di affascinare e stupire grandi e piccini, rinnovandosi ogni anno in questo periodo di feste natalizie. L'opera d'arte in questione, perché di questo si tratta, è stata realizzata con dovizia e accuratezza di particolari dalla famiglia Merluzzi, residente in via D'Annunzio a Fiumicello: un lavoro paziente e meticoloso, eseguito con materiali umili, ma proprio per questo più apprezzabile, poiché nasce dall'ingegno delle piccole cose. La tradizione del Presepio, spiega Giuliano Merluzzi, va avanti da moltissimi anni nella sua famiglia, arricchendosi di anno in anno di un particolare nuovo, di un movimento meccanico dopo l'altro, per arrivare oramai a sfiorare la perfezione dell'essenziale. Siamo infatti lontani dallo sfarzo della cultura napoletana, dove la forma prende spesso il sopravvento sulla sostanza, ma bensì vicini all'essenzialità del popolo friulano, maestro nel sapersi ingegnare con il poco che di solito ha a disposizione. "Uno degli aspetti più affascinanti della mia creazione - racconta Giuliano - è la capacità di far convivere, all'interno di essa, l'antico con il moderno: accade così che i vestiti dei pastori, cuciti a mano, siano illuminati dalle luci in fibre ottiche, oppure che la tenuta del muschio, raccolto nelle campagne fiumicellesi, sia assicurata da un'abbondante dose di lacca per capelli. Certo, si tratta di un lavoro impegnativo, richiede un paio di settimane di preparazione, ma è ampiamente ricompensato dalle decine e decine di visitatori che ogni anno si presentano per un saluto e quattro chiacchiere in compagnia".


Il test del Dna sul corpo riemerso a Termoli
Continuano le verifiche incrociate, tra Termoli e Fiumicello, per tentare di appurare se il cadavere rinvenuto il 31 dicembre nelle acque antistanti la città molisana possa appartenere alla 59enne Annita Bearzot, scomparsa da casa il 10 dicembre scorso. Le ricerche della donna si erano concentrate lungo il fiume e la foce dell'Isonzo dove, sotto l'argine del ponte di Pieris, era stato rinvenuto un ombrello rotto riconsciuto dai familiari. Gli uomini della Capitaneria di Porto di Termoli, che hanno assunto le indagini, coordinati dal procuratore di Larino, in provincia di Campobasso, stanno lavorando cercando di mettere assieme i tasselli di eventuali "punti concordanti" tra gli elementi a disposizione rinvenuti sul corpo e la fiumicellese. Tra questi, una catenina d'oro con un pendaglio, ritenuta molto simile al monile in possesso di Annita Bearzot. La comparazione è avvenuta avvalendosi di una fotografia della donna, inviata a Termoli dai familiari, attraverso un ingrandimento al computer dell'oggetto indossato dalla fiumicellese. Una concordanza ritenuta significativa, ma non fondante ai fini dell'identificazione. Si guarda pertanto ad altri accertamenti, di tipo medico. In particolare, le comparazioni si stanno concentrando sulla dentatura. Ieri erano attese le lastre della fiumicellese, confidando nella documentazione sanitaria in possesso di uno dei dentisti di Annita Bearzot. Materiale risultato invece non esistente. Gli inquirenti di Termoli, tuttavia, in contatto con i familiari, stanno cercando ulteriori riscontri tramite possibili informazioni e i ricordi dei congiunti circa le cure dentistiche effettuate dalla donna, nonchè verificando l'esistenza di eventuali documentazioni conservate nell'abitazione fiumicellese. Si procede gradualmente, hanno spiegato gli inquirenti, che ritengono importante, se non fondamentale, l'accertamento odontotecnico. C'è poi un altro aspetto comunque preso in considerazione: in mano al cadavere è stata rilevata la presenza di parti di canna di bambù. Resta la verifica del Dna, che gli inquirenti molisani ieri hanno tuttavia considerato quale "estrema ratio", di fronte all'assenza di altri riscontri. Tutto dunque è ancora aperto, per questo non facile lavoro di comparazione, sondando ogni particolare utile possibile. Il cadavere è ospitato all'obitorio dell'ospedale di Vasto. Rimane la considerazione sulla possibilità che un corpo possa essere trasportato in mare aperto fino a Termoli, percorrendo circa 600 chilometri. Dalla Capitaneria molisana, ieri, questa possibilità non veniva esclusa, considerando altresì il tempo trascorso, una ventina di giorni, tra la scomparsa della fiumicellese e il rinvenimento del cadavere.


Ritrovata in mare, nuovi accertamenti
Proseguono gli accertamenti dopo il recente ritrovamento, avvenuto nel mare di Termoli, in Molise, del corpo di una donna, la cui descrizione corrisponderebbe a quella di Anita Bearzot, scomparsa lo scorso mese di dicembre da Papariano di Fiumicello. Proprio ieri il marito e il figlio della friulana scomparsa si sono recati in Molise per richiedere alla magistratura che venga effettuata la prova del Dna sul cadavere, attraverso la quale si potrà inequivocabilmente confermare se si tratti o meno della cinquantanovenne fiumicellese. Nei giorni scorsi, si era ipotizzato di risalire all'identità della vittima tramite il confronto con alcune lastre dell'arcata dentaria, appartenenti alla friulana scomparsa, ma ciò non era stato reso possibile in quanto non si era riusciti a reperire la documentazione necessaria. Sulla base di alcuni elementi, tra cui il rinvenimento di una collanina d'oro, simile a quella di proprietà della Bearzot, trovata al collo della vittima, si era supposto, potesse trattarsi della stessa donna scomparsa dal comune della Bassa friulana. Anita Bearzot, che si era allontanata improvvisamente da casa lo scorso 10 dicembre senza lasciar detto dove sarebbe andata, secondo la sua famiglia, stava attraversando un periodo difficile a causa di motivi personali e proprio per questo il timore, fin da subito, era stato quello che avesse potuto compiere un gesto estremo. Per giorni, carabinieri e sommozzatori avevano, invano, proseguito nelle ricerche, che avevano portato soltanto al ritrovamento di un ombrello di proprietà della donna, recuperato sul greto dell'Isonzo, all'altezza del ponte di Pieris. Poi nessuna notizia, fino a quando, appreso del ritrovamento di un cadavere, al largo della costa molisana, la famiglia della cinquantanovenne friulana, avrebbe contattato la capitaneria di porto di Termoli. Secondo le forze dell'ordine, il corpo, ammesso che si tratti di quello della fiumicellese, dopo essere caduto nel fiume Isonzo, potrebbe essere stato spinto dalle correnti fino alle coste del Molise. Intanto i familiari della donna scomparsa attendono di ricevere notizie certe "Se dovesse trattarsi della nostra Anita - dice la nuora Erika - anche l'ultima speranza di ritrovarla sana e salva si spegnerebbe ma almeno potremmo riportarla a casa e darle una degna sepoltura". Elisa Michellut


Donna in mare, riconosciuta la collana
Nuovi elementi per accertare l'identità della donna, il cui corpo è stato ripescato lo scorso 31 dicembre al largo del porto di Termoli, in Molise, sono emersi nella giornata di ieri. I parenti di Anita Bearzot, scomparsa lo scorso mese di dicembre da Papariano di Fiumicello, infatti, ieri, si sono recati nell'obitorio di Termoli, dove hanno riconosciuto una collanina con il pendaglio a forma di stella, simile a quella di proprietà della Bearzot, trovata al collo della vittima. Purtroppo non è stato possibile riconoscere il corpo a causa dell'avanzato stato di decomposizione. Qualche giorno fa il marito e il figlio della friulana scomparsa, si erano recati in Molise per richiedere alla magistratura che venisse effettuata la prova del Dna sul cadavere, attraverso la quale si potrà inequivocabilmente confermare se si tratti o meno della cinquantanovenne fiumicellese. Nei giorni scorsi, si era ipotizzato di risalire all'identità della vittima tramite il confronto con alcune lastre dell'arcata dentaria, appartenenti alla donna scomparsa da Fiumicello, ma ciò non era stato possibile in quanto gli incartamenti in possesso della famiglia, secondo gli ufficiali della Guardia costiera, risalirebbero a circa dodici anni fa, quando la donna fu curata da un dentista. Anita Bearzot, che si era allontanata improvvisamente da casa lo scorso 10 dicembre senza lasciar detto dove sarebbe andata, secondo la sua famiglia, stava attraversando un periodo difficile a causa di motivi personali e proprio per questo il timore, fin da subito, era stato quello che avesse potuto compiere un gesto estremo. Secondo le forze dell'ordine, il corpo, ammesso che si tratti di quello della fiumicellese, dopo essere caduto nel fiume Isonzo, potrebbe essere stato spinto dalle correnti fino alle coste del Molise. (e.m.)


Furto in un negozio di calzature a Papariano: rubati un paio di scarpe e le offerte per Federico
Ancora furti nella bassa friulana. Preso di mira questa volta il negozio "Giulia calzature" in via Cortona 1 a Papariano di Fiumicello, che ha subito un furto da oltre 500 euro, compresa l'originale "firma" dei malviventi. Gli autori del raid hanno probabilmente colpito nella notte tra martedì e mercoledì. La dinamica è al vaglio dei carabinieri, ma sembra che i ladri abbiano forzato la porta d'ingresso per entrare nel negozio. Qui, secondo quanto riferito dalla titolare Elena Bradaschia, avrebbero prelevato 260 euro, destinati a sostenere il piccolo Federico, il bambino di Villa Vicentina volato a Parigi per essere sottoposto a cure specialistiche. In considerazione di questo, il furto appare ancora più meschino e riprovevole. I soldi sono stati presi da un cassetto, mentre dalla cassa sono spariti solo pochi spiccioli. Dal negozio sono altresì scomparse due paia di scarpe, una di misura 41 e una 43, da circa 130 euro l'una. "Hanno scelto bene - ironizza Elena Bradaschia - le "Nero Giardini" sono calzature di alta qualità". La stessa titolare ieri ha denunciato il furto ai carabinieri. (g. s.)


Fiumicello, riprendono stasera le lezioni all'Acli
Riprenderanno questa sera, a Fiumicello, le lezioni della scuola di formazione sociale, un'iniziativa di alto livello culturale, nata da un'idea del circolo Acli di Fiumicello, presieduto da Massimo Aldrigo, con il sostegno della comunità parrocchiale locale, dell'amministrazione comunale e della Banca di Credito Cooperativo di Fiumicello ed Aiello. Attraverso l'approfondimento di testi letterari, documenti scientifici e immagini artistiche, si cercherà di contribuire alla formazione dei cittadini tramite valori importanti quali la tolleranza e il rispetto. La lezione che si terrà questa sera alle 20.30 nella sede Acli di via Gramsci, riguarderà i principali eventi che hanno segnato la storia del XX secolo e sarà curata da Franco Codega. E un plauso all'iniziativa è stato rivolto dal primo cittadino di Fiumicello Paolo Dean, che ha sottolineato l'importante valore sociale della scuola di formazione, all'interno della quale saranno previsti anche alcuni incontri con personaggi noti, che verranno inseriti al di fuori del programma definito, tra i quali ci saranno anche Giovanni Bianchi, ex presidente nazionale delle Acli e Don Mazzi, atteso per il prossimo 13 febbraio". Per informazioni contattare il numero 0431-968838 oppure scrivere a aclifiumicello@libero.it. (e.m.)


Il paese cresce: abitanti a quota 4.973
Bilancio demografico positivo a Fiumicello dove, negli ultimi dieci anni, la popolazione è cresciuta del 10%, passando da 4.553 persone del 1988 a 4.973 del 2008, con una media di circa 42 cittadini in più all'anno. Va rilevato che sono sempre di più gli abitanti del monfalconese, ma non mancano anche triestini e gradesi, che decidono di trasferirsi nel comune della Bassa friulana, dove a quanto pare si vive bene. Cresciuti, in dieci anni anche i nuovi nati, che al 31 dicembre scorso risultavano essere 39, di cui 17 maschi e 22 femmine. "È un dato indubbiamente positivo - sostiene il primo cittadino di Fiumicello Paolo Dean - ed è per questo motivo che la nostra amministrazione ha scelto di potenziare gli spazi a disposizione delle strutture scolastiche e ricettive, di cui beneficeranno soprattutto i più giovani. Ad esempio è stata creata una ludoteca, dotata di servizi e personale qualificato, sono stati ristrutturate ed ampliate le scuole locali e verranno anche potenziati gli impianti sportivi a favore delle realtà associative del territorio. In passato nascevano in media tra i venticinque e i trenta bambini mentre negli ultimi due anni siamo arrivati a ben cinquanta bimbi e pertanto abbiamo dovuto adeguarci". Un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale, che negli ultimi anni ha fatto invece registrare un brusco calo delle nascite. Considerevole anche l'aumento della popolazione straniera, residente nel comune della Bassa friulana, che dal 1988 al 2008 è cresciuta passando da 6 a 139 unità. Ma a crescere, negli ultimi anni, è stata soprattutto l'immigrazione proveniente dalla nostra regione. "Molti monfalconesi, triestini e gradesi, infatti, - sostiene Dean - scelgono spesso di trasferirsi nel nostro comune dove, in questi anni, abbiamo cercato di dare molta attenzione ai servizi rivolti a tutte le fasce d'età. I nuovi arrivati dicono di prediligere in particolar modo il fatto che Fiumicello sia un paese decisamente vivibile, a misura di famiglie, e che peraltro ha grosse potenzialità di sviluppo per il futuro". Più bimbi, dunque, ma anche più famiglie. "I dati in nostro possesso - aggiunge il sindaco - fanno ben sperare per il futuro anche perché l'età media della popolazione si sta abbassando e sono in aumento anche i nuclei familiari con uno o più bimbi". (e.m)


"Seguimi", ma la posta arriva dopo mesi
Facendo riferimento alle numerose segnalazioni sui disservizi postali che ultimamente vengono pubblicati su questa rubrica, vorrei segnalare le difficoltà che ho avuto per poter ricevere la posta dopo aver sottoscritto e pagato in agosto il servizio "Seguimi". Per motivi di salute mi sono trasferita da Muggia a Fiumicello, in provincia di Udine. Da quel momento, per poter ricevere la posta ho dovuto fare innumerevoli telefonate, far inviare fax dall'ufficio postale di Fiumicello e far telefonare dallo stesso. Finalmente in novembre ho potuto ricevere la posta in arrivo, comprese delle bollette Eni-Enel ormai scadute. Alla fine di dicembre stessa trafila, per poter ricevere la bolletta Telecom in scadenza alla metà dello stesso mese e un documento speditomi dal Comune di Muggia il 29 novembre. Finalmente, dopo le rimostranze da parte di mia figlia al responsabile del personale di via Brigata Casale, sig. Scuderi, il 4 gennaio la posta era nella cassetta. È evidente che il postino decide arbitrariamente se, quando e cosa farmi pervenire. Naturalmente inoltrerò reclamo alle Poste Italiane, ma nel frattempo m'informerò se ci siano ulteriori azioni da poter intraprendere, perché sinceramente penso che siamo tutti un po' stanchi che disservizi, anche gravi, si risolvano sempre e solo con letterine di richiamo al responsabile, che lasciano il tempo che trovano. Sempre che un responsabile si trovi, visto che le cose in questo Paese sono così ben organizzate da questo punto di vista, che le responsabilità vengono palleggiate con grande maestria da una parte all'altra, e l'unico che ci rimette è sempre l'utente. Maria Rapotez Marassich


Donna trovata in mare: difficile l'identificazione
Potrebbe essere imminente l'identificazione della donna il cui corpo era ripescato in mare al largo del porto di Termoli dalla Capitaneria di Porto lo scorso 31 dicembre. Ieri sono pervenuti alla Guardia costiera molisana, che ha trovato il corpo dopo la segnalazione di alcuni operai che lavoravano in una chiatta al largo, gli incartamenti sui denti di Anita Bearzot, la donna scomparsa da Fiumicello oltre un mese e mezzo fa, e che si ritiene possa essere quella trovata morta in mare. La Capitaneria ha contattato l'anatomopatologo Ivan Melasecca, che aveva effettuato l'autopsia, per procedere con il confronto dell'impronta dentaria della Bearzot con quella del corpo. Potrebbero però essere necessari altri accertamenti. Secondo quanto si è appreso, tuttavia, non si esclude che in caso di ulteriori dubbi si ricorra infatti all'esame del Dna. A far propendere per la pista friulana, una collanina trovata al collo del corpo della donna, molto simile - secondo i parenti - a quella che la friulana indossava al momento della sua scomparsa nelle acque dell'Isonzo.


Il corpo riaffiorato è di Annita Bearzot
Il cadavere ripescato in mare dalla Capitaneria di porto al largo di Termoli il 31 dicembre scorso è quello di Annita Bearzot, 59 anni, di Papariano di Fiumicello. Adesso non ci sono più dubbi sulla fine della donna friulana. Lo ha confermato l'anatomopatologo, dopo aver confrontato le radiografie trasmesse dal dentista della donna con l'arcata dentaria superiore della salma. Il primo indizio utile per il riconoscimento, da parte dei parenti, era stata una catenina d'oro con pendaglio a forma di stella. Ora il corpo si trova nell'obitorio di Vasto in provincia di Chieti, a disposizione della famiglia per il trasporto a casa. Annita Bearzot, 59 anni di Papariano, era scomparsa da casa il 10 dicembre scorso. Le ricerche della donna si erano concentrate a lungo nel fiume, fino alla foce dell'Isonzo, ed erano state abbandonate dopo una decina di giorni senza risultato. Poi alla fine di dicembre un corpo è affiorato nelle acque antistanti Termoli, a 600 chilometri di distanza da Pieris. Il corpo è stato trovato in prossimità del galleggiante di stoccaggio idrocarburi "Alba Marina", che fa parte delle piattaforme petrolifere del "Campo Rospo Mare". E subito è emersa la possibilità che potesse appartenere alla donna friulana. L'elemento più concreto - l'unico forse - per arrivare all'identificazione è stata una catenina d'oro con un pendaglio a forma di stella trovato sul cadavere, ritenuta molto simile al monile in possesso di Anita Bearzot. I familiari l'avrebbero riconosciuta. Ma gli inquirenti non avevano ritenuto che questo potesse bastare a dare un responso definitivo. Ecco perchè nei giorni scorsi la magistratura ha ordinato altre verifiche di tipo medico. In particolare, le comparazioni sulla dentatura. Se anche questo accertamento non avesse dato riscontro positivo probabilmente sarebbe stata richiesta la prova del Dna, un test, tra l'altro, che avrebbe richiesto tempi molto lunghi. In tutto questo tempo il corpo è conservato all'obitorio dell'ospedale di Vasto. La grande massa d'acqua proveniente dai fiumi in piena che sboccano in Adriatico e il gioco delle correnti che risalgono verso Nord lungo la costa croata e scendono a Sud lungo quella italiana potrebbero aver sospinto rapidamente il corpo fino alle coste molisane.


Dagli esami la conferma: è di Fiumicello la donna trovata morta in mare a Termoli Il cadavere ripescato lo scorso 31 dicembre dalla capitaneria di Porto nel mare di Termoli, in Molise, è stato identificato. Si tratta, come ipotizzato dalla Guardia Costiera in base alle prime indagini, del corpo di Anita Bearzot, la cinquantanovenne di Papariano di Fiumicello, scomparsa da casa lo scorso 10 dicembre senza lasciar detto dove sarebbe andata. Lo ha confermato l'anatomopatologo, dopo aver confrontato le radiografie trasmesse dal dentista della donna con l'arcata dentaria superiore della salma. Il primo indizio utile per il riconoscimento, da parte dei parenti, era stata una catenina d'oro con un pendaglio a forma di stella. E la famiglia ha accolto la notizia con sentimenti contrastanti: "Da un lato siamo affranti dal dolore - racconta il figlio Massimo - perché ora abbiamo la certezza che mia madre non è più con noi, dall'altro lato almeno potremo riportarla a casa e restituirle una degna sepoltura". Ora il corpo si trova nell'obitorio di Vasto, in provincia di Chieti, a disposizione della famiglia per il trasporto in Friuli. Secondo i congiunti, la donna stava attraversando un periodo difficile. Secondo le forze dell'ordine, il corpo, dopo essere caduto nel fiume Isonzo, potrebbe dunque essere stato spinto dalle correnti fino alle coste del Molise. (e.m.)


Autisti e venditori ambulanti abitavano da anni in Friuli
Lavoravano da anni in Friuli, dove vivevano in diversi paesi della Bassa friulana. Autista della Friulpesca a Carlino Tarik Msaafti, che abitava a Rivignano, lavoratori occasionali o ambulanti gli altri due giovani, quello rimasto morto e il ferito, ora ricoverato all'ospedale di Udine con prognosi riservata. Abdelghani Soufiani, nato nel 1981 in Marocco e residente a Fiumicello, stando alle testimonianze si era trasferito nel comune della Bassa friulana, dove viveva da solo, nel 2007, mentre prima aveva abitato a Villa Vicentina. Per mantenersi faceva il venditore ambulante nella zona. Un bravo ragazzo, riservato ed educato. Lo ricorda così chi lo conosceva, anche se soltanto di vista in quanto Soufiani si faceva vedere poco in giro. Ferito gravemente, come si diceva, l'altro passeggero dell'auto, Mhammed Farhani, trentanovenne, trasferitosi da poco più di un anno da Cervignano a Castions di Strada. Farhani, soccorso dal personale del 118 è attualmente ricoverato nel nosocomio friulano in prognosi riservata a seguito dei politraumi e delle numerose fratture riportate a seguito del tragico sinistro. Elisa Michellut


Tragedia sulla strada per Lignano: due morti e un ferito
LATISANA. È pesante il bilancio dell'incidente accaduto l'altra notte sulla Strada regionale 354 all'altezza della frazione di Gorgo e, con molta probabilità, secondo i primi accertamenti dei carabinieri, provocato dall'alta velocità: due i morti e un terzo ferito molto grave, ricoverato in ospedale a Udine con prognosi riservata, tutti e tre cittadini marocchini. L'incidente è accaduto pochi minuti dopo la mezzanotte quando l'auto condotta da Tarik Msaatfi, 24enne, rimasto ucciso, per cause ancora in corso d'accertamento da parte dei Carabinieri della Compagnia di Latisana, ha perso aderenza andando a schiantarsi contro un palo dell'illuminazione pubblica proprio davanti al ristorante Da Roberta. A dare l'allarme un'auto che seguiva quella dei tre marocchini usciti di strada abbattendo un palo della luce e finendo la propria corsa nel piazzale del ristorante. Oltre al conducente, è morto sul colpo anche uno dei due passeggeri Abdelghani Soufiani 27enne al momento dell'impatto seduto sul sedile posteriore dell'auto e rimasto incastrato fra le lamiere. I Vigili del fuoco volontari del distaccamento di Latisana hanno lavorato parecchio per riuscire a estrarre dalle lamiere contorte i poveri resti del giovane. Il terzo passeggero seduto sul sedile accanto al guidatore Mhammed Farhani 39enne è stato sbalzato fuori dall'abitacolo e dopo i primi accertamenti dall'ospedale di Latisana e stato trasportato d'emergenza a Udine dove si trova ricoverato nel reparto di terapia intensiva in condizioni molto gravi. Ieri pomeriggio sul corpo dei due giovani deceduti è stata effettuata un'ispezione cadaverica e come previsto dalla normativa sono stati prelevati dei campioni di sangue per stabilire se al momento dell'incidente i due, in particolare l'autista, potessero essere in condizioni psico fisiche alternate per l'eventuale assunzione di alcool o droghe. Il conducente dell'auto Tarik Msaatfi abitava a Rivignano con i genitori, residenti in Friuli da molto tempo: il padre, conosciuto in paese, lavora per la Friulpesca di Carlino e recentemente era riuscito a far assumere anche il figlio come autista per i camion frigorifero adibiti al trasporto del pesce. L'altro giovane, deceduto Abdelghani Soufiani abitava a Fiumicello ed era cognato dell'uomo rimasto ferito, Mhammed Farhani, lavoratore occasionale, residente a Romans di Varmo, sposato e padre di tre bambini di due, cinque e undici anni. Paola Mauro


Termoli Si tratta di Anita Bearzot, come supposto nei giorni scorsi. Ieri l'annuncio ufficiale Identificato il cadavere ripescato in mare
TERMOLI Risolto il giallo di Capodanno. Identificato il cadavere ripescato in mare dalla Capitaneria di Porto al largo di Termoli lo scorso 31 dicembre. Si tratta di Anita Bearzot, la donna di 59 anni, residente a Fiumicello, in provincia di Udine, sulla quale erano puntate le ipotesi investigative della Guardia costiera sin dai primi momenti delle indagini. Lo ha confermato ieri pomeriggio il Comandante del Porto e poco prima l'anatomopatologo che ha raffrontato le radiografie pervenute agli ufficiali termolesi dal dentista della Bearzot con l'arcata dentaria superiore della salma. La corrispondenza dentaria ha dato la certezza dell'identità del cadavere. Il primo indizio utile per il riconoscimento è stata la catenina d'oro con il pendaglio a forma di stella che ha permesso agli ufficiali di verificare la scomparsa della Bearzot. Gli accertamenti successivi hanno impegnato la Guardia costiera per diverse settimane. Ora il corpo è a disposizione dei parenti nell'obitorio di Vasto per il trasporto in Friuli. A.S.


LATISANA Un terzo viaggiatore è rimasto ferito gravemente. Colpite le comunità di Fiumicello e Rivignano La statale killer torna a uccidere
La morte di due automobilisti marocchini ripropone il problema sicurezza sulla 354 Due giovani marocchini morti e un terzo ferito in modo molto grave, questo è il triste e drammatico riassunto dell'incidente stradale accaduto cinque minuti dopo la mezzanotte di ieri sulla strada regionale 354. Le vittime sono Tarik Msatfi 24 anni di Rivignano e Abdelghani Soufiani di 27 anni abitante a Fiumicello, il superstite è un connazionale delle vittime, si tratta di Mhammed Farhani di 39 anni, residente a Cervignano. Come anticipato nell'edizione di ieri, i tre viaggiavano su un'Audi A 3 condotta dal Msatfi che è per cause in fase d'accertamento da parte dei carabinieri della compagnia di Latisana, ha sbandato improvvisamente finendo fuori strada a Gorgo. Secondo alcune testimonianze, raccolte dagli investigatori, l'auto ha invaso la corsia e con una traiettoria diagonale è finita prima contro un palo dell'illuminazione, ha sbattuto poi contro la spalletta di un fossato e ha concluso la propria corsa nel parcheggio del ristorante "Da Roberta". Immediati i soccorsi fatti scattare da alcuni automobilisti di passaggio che hanno notato la scena. Tarik e il passeggero che viaggiava alla sua sinistra sono stati sbalzati fuori dall'abitacolo, Soufiani che si trovava nei sedili posteriori è rimasto incastrato, privo di vita. L'auto distrutta da queste serie di urti è stata presto circondata dai vigili del fuoco di Cervignano e Latisana unitamente ai colleghi del 118. Per due dei tre coinvolti c'è stata la constatazione del decesso, per il terzo è scattata la corsa contro il tempo. Le sue condizioni sono apparse subito disperate, visto che dopo la prima corsa nel vicino nosocomio latisanese, i medici ne hanno disposto verso le 3 il trasferimento all'ospedale di Udine per essere trattato in terapia intensiva. Devastanti le conseguenze dell'impatto con la struttura metallica che ha fatto come esplodere l'autovettura ridotta ad un groviglio di lamiere. Visto l'ora e il tratto rettilineo non si può escludere che il conducente possa essere stato colto da un improvviso colpo di sonno. La vita dell'unico sopravvissuto è appesa ad un filo. I rilievi dei carabinieri sono terminati verso le 3, gli operatori delle onoranze funebri Di Luca e Serra hanno recuperato le salme portandole nelle celle mortuarie dell'ospedale di Latisana. I famigliari delle vittime hanno raggiunto l'ospedale dove sono stati informati che i loro cari non ce l'avevano fatta. Msatfi viveva sulla strada che porta ad Ariis, località nella quale si era trasferito nel 2004 assieme al papà Mohamed, la mamma Najma, le sorelle Samira, Nadia e il fratello Golan. Un nucleo famigliare numerose che si era ben integrato nella comunità rivignanese, come ricorda il sindaco Paolo Battistuta. Tarik come gli altri suoi connazionali coinvolti nell'ennesima tragedia della strada, faceva l'operaio. Soufiani Abdelghani abitava da solo in un appartamento del centro di Fiumicello, un paese dove da anni risiedono anche alcune altre famiglie di marocchini. Daniele Paroni


In azione la banda che entra nelle case bucando gli infissi. Sei colpi in poche ore da Fiumicello a Latisana Nuova raffica di furti nella Bassa
Sei colpi in poche ore, con un raid che ieri notte ha abbracciato tutta la Bassa: da Fiumicello a Ruda, fino a Castions di Strada. L'inafferrabile banda è quella che agisce esclusivamente di notte, entra nelle case praticando negli infissi di legno un buco che consente di aprire la finestra. Oppure smontando il nottolino della serratura. Con quest'ultimo sistema sono entrati in due abitazioni di Ruda: 300 euro di danni in un caso, nell'altro sono spariti 350 euro in contanti e un'Alfa 156 che era parcheggiata nel giardino, per un danno complessivo di 10mila euro. Mentre i carabinieri di Villa Vicentina raccoglievano le denunce, ai colleghi di Aquileia si sono rivolti due abitanti di Fiumicello che avevano vissuto la stessa esperienza. Il sistema di effrazione usato è quello del buco praticato nell'infisso. È così che sono entrati nell'abitazine di una trentasettenne portando via gioielli per tremila euro. Ed è così che a una settantaduenne hanno rubato gioielli e contanti per tremila euro. Ieri notte la banda ha colpito anche a Castions di Strada. Forse era l'ultimo bersaglio della notte. Da una finestra sono entrati in un'abitazine portando via denaro in contante. Si sono impadroniti anche di un'Audi A4 del valore di 34mila euro che era parcheggiata nel cortile di casa. Del furto si stanno occupando i carabinieri di Mortegliano e del Nucleo operativo di Latisana. Ieri mattina, inoltre, ai militari di Latisana si è rivolta anche una trentunenne di Ronchis che ha subito un furto in casa. Sono stati portati via gioielli per un valore di seimila euro. Il furto, però, risale al pomeriggio precedente e non può essere messo in collegamento con quelli andati a segno durante la notte. Nella fascia del Cervignanese e del Palmarino torna dunque la paura per questo tipo di furti che, proprio per le modalità e l'orario in cui vengono messi a segno, periodicamente generano un senso di insicurezza tra la popolazione.


Ladri ancora in azione, raffica di furti nella Bassa
Seconda nottata d'incursioni di ladri nelle abitazioni della Bassa. Dopo gli episodi di due giorni fa, la notte scorsa i "soliti ignoti" hanno fatto visita a sei case: a Ruda, Fiumicello, Latisana e Mortegliano. Se il "modus operandi" è lo stesso (si forza una finestra), a cambiare è il bottino: stavolta, oltre a denaro e gioielli, spariscono anche le auto parcheggiate in giardino. Ad essere colpite ancora le abitazioni della Bassa, dunque, dopo i tre furti avvenuti , nell'arco di poche ore e con modalità molto simili , nella notte tra lunedì e martedì scorsi, a Villa Vicentina, Bagnaria Arsa e Torviscosa. Ladri a Ruda. Questa volta ad essere prese di mira, la notte scorsa, sono state due case a Ruda, dalle quali sono spariti rispettivamente un portafoglio contenente 250 euro e denaro in contanti (350 euro), nonchè (così come era avvenuto a Bagnaria Arsa), un'autovettura parcheggiata nel giardino: il danno è stato stimato in diecimila euro. Razzie a Fiumicello. Ladri in azione anche a Fiumicello, nelle abitazioni di una 72enne e di un 37enne, dove sono scomparsi gioielli e denaro, complessivamente per circa seimila euro. La tecnica utilizzata dai soliti ignoti è la stessa: per penetrare all'interno delle case, sono state manomesse finestre e porte al piano terra. Gioielli spariti a Ronchis. Dal Cervignanese al Latisanese. Incursione anche a Ronchis, dove sono spariti seimila euro di monili in oro. Alla proprietaria, una 31enne, non è restato altro che denunciare il fatto ai carabinieri di Latisana. In fuga con l'Audi a Castions. La seconda auto che è sparita era parcheggiata nel cortile di una casa di Castion di Strada, dove un 49enne ha subito il furto di denaro in contanti. Ma i ladri, appropriatosi delle chiavi, sono fuggiti a bordo di un'Audi A4 Avant, del valore di 34 mila euro. I precedenti. Tra lunedì e martedì scorsi ai Cc di Palmanova erano stati denunciati tre furti. Quello più consistente è stato commesso a Bagnaria Arsa, ai danni di un cinquantunenne. Utilizzando un trapano a mano per forzare la finestra della cucina, i ladri avevano fatto razzia di denaro (350 euro) e cellulari. Anche in questo caso non si erano accontentati e, avendo trovato anche le chiavi dell'auto, una Bmw nera modello 535, ne avevano approfittato. Incursioni anche a Torviscosa, in via Marinotti, sempre utilizzando un trapano a mano (un portafogli contenente circa 150 euro in contanti) e a Castions delle Mura, in casa dell'editore Paolo Gaspari (che ha denunciato la scomparsa di mille euro in contanti).


Addio al re delle notti nella Bassa
È morto due giorni fa, all'ospedale di Palmanova, dove era stato ricoverato in seguito a una lunga malattia, Antonino Bidoli, fratello del noto pittore Ivan. Ultimo di tre fratelli, Antonino, meglio conosciuto in paese come Toni, era nato settant'anni fa a Fiumicello, dove abitava assieme alla moglie Rosanna. Molto conosciuto a Fiumicello per essere stato proprietario, negli anni '60, di una delle prime discoteche della regione, l'Arenella, che ospitò numerosi artisti celebri, da Mike Buongiorno a Pippo Baudo, Toni viene ricordato anche per essere stato uno dei primi imprenditori della zona. "Nel '58 decidemmo, in società, di aprire un bar a Fiumicello - racconta il fratello Ivan - all'inizio era soltanto un luogo dove i ragazzi venivano per ascoltare la musica ma poi, con il passare degli anni, il locale si ingrandì e nel '60 divenne un vero e proprio dancing, che ogni venerdì sera ospitava artisti molto famosi a quei tempi". Dopo varie vicissitudini, il fratello Ivan decise di sciogliere la società per dedicarsi alla sua grande passione, la pittura, mentre Toni continuò a percorrere la strada intrapresa, facendosi aiutare dal figlio Simone, che morì in un incidente stradale nel '95. Dopo la morte del figlio, Bidoli decise di dare in gestione la sala da ballo, che chiuse definitivamente i battenti nel 2000, mentre continuò ad occuparsi da solo del ristorante, fino a poco tempo fa. Lascia la moglie Rosanna, la figlia Raffaella e due nipotini, che adorava. "Toni è stato uno dei primi imprenditori della Bassa - ha detto il sindaco Paolo Dean che lo conosceva personalmente - ha sempre contribuito a dare lustro al nostro territorio assieme a tutta la sua famiglia". Appassionato di numismatica, in passato aveva anche fatto parte di un'associazione del Palmarino. I funerali si svolgeranno questo pomeriggio alle 14.30 nella chiesa di Fiumicello. (e.m.)


Sarà riproposto il servizio ChiamaMe, è utile e costa soltanto 40mila euro
Il servizio ChiamaMe, eliminato per decisione della giunta regionale, e di alcuni sindaci dei 18 Comuni dell'ambito che non hanno voluto farsi carico di 50 centesimi di euro per ogni loro residente, potrà tornare in vita. Con ogni probabilità, nell'ambito dell'associazione territoriale del Cervignanese, sul territorio degli otto Comuni che vi fanno parte (con Cervignano, Aquileia, Terzo, Fiumicello, Villa, Ruda, Campolongo e Tapogliano, quest'ultimo il solo contrario, ma che nelle amministrative del giugno prossimo, formerà comune unico con Campolongo). L'idea ha trovato conforto nella riunione del sindaco Paviotti con l'utenza cervignanese. "L'amministrazione - afferma il sindaco - ha intenzione di assicurare la presenza di un servizio analogo al ChiamaMe, rispondente alle esigenze espresse dai potenziali utenti". Così si è cominciato a fare un po' di conti. Una delibera dell'amministrazione cervignanese dà ora mandato al responsabile del Servizio sociale dei Comuni interessati, di verificare la realizzazione e l'affidamento del servizio, in base all'importo complessivo disponibile pari a 40.500 euro. Ci vorrà un po' di tempo per valutare le nuove proposte e ricercare qualche nuova forma di finanziamento. Intanto, in merito alla polemica sollevata dal consigliere Balducci, a proposito dell'abolizione dei finanziamenti regionali ai consiglieri, che aveva tirato in ballo la manifestazione "Tra miti e sorgenti" finanziata da Travanut, il consigliere regionale cervignese ha replicato precisando che era stata l'amministrazione Illy ad eliminarlo, fissandolo con una norma regionale, mentre Tondo lo aveva reintrodotto. Travanut ha anche dichiarato che "Miti e Sorgenti" non si sarebbe più effettuata non perché il "bonus" era stato eliminato, ma perché da consigliere di minoranza gli era stato ridotto, per cui era preferibile che i 50mila euro a sua disposizione andassero a favore di un servizio sociale quale il ChiamaMe. E qui il cerchio sembra chiudersi a favore del ripristino del servizio, soprattutto se teniamo conto che il contributo regionale negato da Tondo era pari a 59mila euro. Alberto Landi